“La pandemia da Covid ha messo a nudo la precarietà di un settore che si è sviluppato, numericamente negli anni, più per una esigenza lavorativa che per la volontà di fare impresa”. Inizia così la lettera aperta di Vincenzo Lo Cascio, general manager de Il Tuareg, rivolta al presidente della Regione Nello Musumeci, all’assessore regionale al Turismo Manlio Messina e al sindaco di Palermo Leoluca Orlando.
“Di fatto, troppe realtà agenziali sono frutto di sfide personali contro la mancanza di serie opportunità di lavoro sia nel settore che extra-settoriali. Di certo, comunque sia andata, oggi coloro che hanno tentato di fare impresa in mancanza di sbocchi in aziende di livello costituiscono una imprenditorialità di alto profilo che non può essere abbandonata a se stessa. Il crollo medio, inutile nasconderlo, è di almeno l’80% e i ristori non sono sufficienti e neanche il volenteroso Fondo Perduto Mibact, che tutela parzialmente i tour operator, pone a vero riparo le agenzie dettaglianti”.
Ma cosa può fare la Regione Siciliana? Per Lo Cascio potrebbe “cambiare da subito le regole del rilascio licenza e istituire la licenza online per nuove richieste e per manifesta volontà di cambio categoria delle licenze in essere di Categoria A illimitata mentre il Comune di Palermo potrebbe assegnare i cosiddetti beni confiscati alla mafia ad agenzie di viaggi (e naturalmente ad
altri settori merceologici) così da raggiungere il doppio scopo di aiutare le imprese in difficoltà e
mettere a reddito gli immobili con fitto agevolato, generando dei flussi di cassa al Comune per la
manutenzione straordinaria degli stessi peraltro”.