Aumento tassa soggiorno atto ostile verso il turismo palermitano


Non si placa la polemica a Palermo sulla decisione di aumentare la tassa di soggiorno e di farlo già da luglio. Tra l’altro, come ricorda Confesercenti Palermo, decisa alla vigilia del primo maggio e “senza nessuna concertazione con le parti sociali” considerando che già a febbraio era stata sottolineata la gravità di questa proposta con un documento interassociativo.

“Non si può caricare sulle imprese e sul comparto turistico, la gestione fallimentare della Rap, lasciando indisturbati gli evasori e rivalendosi, come ogni anno di questo periodo, sulla tassa di soggiorno per ragioni di bilancio”, dice la presidente di Confesercenti Francesca Costa. “È come se avessimo a che fare con un interlocutore strabico: da una parte discutiamo di destagionalizzazione e allungamento dei tempi di permanenza dei turisti, dall’altra per ragioni di bilancio si attuano politiche che vanno esattamente nella direzione opposta. Auspichiamo pertanto un intervento da parte dell’Amministrazione per rimodulare le posizioni assunte” aggiunge. “Per quanto riguarda la tassa di soggiorno abbiamo già spiegato i rischi di un aumento eccessivo dell’imposta, soprattutto se non annunciato per tempo; dall’altra parte anche l’aumento della Tari avrà un peso di non poco conto per le imprese. Basta dire che un caffè di 50 metri quadri si troverà a pagare circa 100 euro in più all’anno di tassa per i rifiuti”, dice Costa.

Delusione è stata espressa anche da Angelo Todaro, associato Federalberghi Palermo. “L’annuncio dell’aumento della tassa di soggiorno, comunicato alla vigilia del 1° maggio e senza alcun coinvolgimento delle associazioni di categoria, rappresenta l’ennesimo colpo basso inferto al settore turistico palermitano da parte dell’amministrazione comunale. Una decisione unilaterale, inaccettabile nel metodo e nel merito, che dimostra ancora una volta quanto distanti siano le istituzioni locali dai reali bisogni delle imprese che ogni giorno costruiscono – con sacrificio, professionalità e investimenti – l’immagine turistica di questa città. Da mesi chiediamo confronto, pianificazione e trasparenza. Invece riceviamo solo balzelli improvvisi, motivati da ragioni di bilancio che non possono e non devono essere scaricate su chi produce valore economico, occupazione e sviluppo. Aumentare la tassa di soggiorno – e contemporaneamente alzare le tariffe Tari – significa colpire due volte le imprese turistiche. Significa punire chi è in regola, chi paga, chi investe, mentre si continua a tollerare un sistema infestato da evasione e abusivismo. Serve una svolta immediata: il Comune apra subito un tavolo permanente con le categorie produttive e ritiri questa proposta inaccettabile. Palermo ha bisogno di una politica turistica seria, non di misure estemporanee che affondano chi lavora per il futuro di questa città”.

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