Booking sospende hotel ragusano. Federalberghi: sanzioni per chi discrimina
25 Agosto 2025, 12:11
L’hotel P43 sicilian suites è stato sospeso da Booking.com dopo che sui siti israeliani è rimbalzata la notizia che una turista non sarebbe stata ospitata dopo la prenotazione se non avesse espresso contrarietà alle azioni del suo governo contro il popolo palestinese. L’israeliana Yulia Sharitz, residente a Rishon LeZion a Sud di Tel Aviv, stava organizzando la vacanza in Sicilia a fine settembre insieme al marito e a una coppia di amici e aveva fatto la prenotazione a Ragusa. Quindi ha ricevuto il messaggio dall’albergo ragusano: “Buonasera Yulia. Siamo molto preoccupati per quanto sta accadendo a Gaza, quindi se ritiene che il suo governo stia agendo in modo appropriato, la preghiamo di cancellare la sua prenotazione con noi e di prenotare altrove. Ma se anche lei è sconvolta dagli eventi degli ultimi due anni, saremo lieti di accoglierla per un piacevole soggiorno”.
Al sito israeliano “Ynet” la donna ha detto: “Non mi era mai successo nulla di simile. Ho prenotato altri cinque hotel in Sicilia e non ho avuto alcun problema. Solo qui ho ricevuto una mail del genere”. La donna ha preferito non replicare e ha cancellato la prenotazione.
Il titolare della struttura dice che non c’è alcuna discriminazione o razzismo “ma solo la condanna di ogni guerra e di ogni forma di violenza”. “Mi dicono – dice Leanza – che ho violato alcuni articoli del contratto, come il 7.3 del codice di Booking, che riguarda la discriminazione. Attendo spiegazioni e sono in attesa, poi risponderò”.
Intanto Federalberghi chiarisce: “gli esercenti (inclusi gli affittacamere e i gestori di pensioni e hotel) hanno l’obbligo di contrarre con chiunque ne faccia richiesta, a meno che non ci siano motivi legittimi per il rifiuto, come ad esempio la mancanza di disponibilità o l’assenza di documenti di identificazione validi (articolo 187 del regolamento di esecuzione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza). La violazione di tale obbligo comporta la sanzione pecuniaria amministrativa da € 516 a € 3.098 (articolo 221 bis del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza). Ancor più dolorosa può essere la sanzione inflitta dai portali di prenotazione: coloro che si rendono colpevoli di comportamenti discriminatori vengono messi al bando senza troppi complimenti, con gravi conseguenze economiche. La decisione, che di fatto è inappellabile, riguarda tutte le strutture, anche se non soggette al tulps. Alla sanzione amministrativa può aggiungersi, qualora ne ricorrano gli estremi, la sanzione penale prevista dall’articolo 604 bis del codice penale: salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione fino ad un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”.