È partita dopo le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia affiliato alla ‘ndrangheta, Vincenzo Cristiano, ed ha avuto come oggetto il “progetto per la riorganizzazione dell’area Villa Agip con la realizzazione di un nuovo impianto di bigliettazione e connessa automazione” della società Caronte & Tourist, l’inchiesta “Cenide” della Dda di Reggio Calabria condotta dai carabinieri che ha portato all’arresto del sindaco di Villa San Giovanni e di due manager della Caronte, oltre che di dipendenti comunali e professionisti.
Dalle indagini è emersa come figura centrale quella dell’ingegnere Francesco Morabito, responsabile del Settore tecnico urbanistico del Comune di Villa. Morabito si sarebbe direttamente interessato della vicenda della biglietteria nella quale sarebbero coinvolti Antonino Repaci e Calogero Famiani, presidente del cda e ad della società e un altro dipendente comunale, Giancarlo Trunfio, agevolando la realizzazione dei lavori.
In particolare, in cambio della promessa di assunzione del figlio di Trunfio da parte della Caronte e Tourist, Morabito e Trunfio avrebbero adottato un provvedimento illegittimo per consentire alla società la rapida realizzazione dell’opera in assenza di un titolo edilizio.
Repaci si sarebbe anche mosso con il vertice dell’amministrazione comunale, individuando il suo principale interlocutore nel sindaco Giovanni Siclari, per assicurarsi l’affidamento dell’area sulla quale la società aveva progettato i lavori che tuttavia era di proprietà Anas.