“La Sicilia ha tutti gli ingredienti per diventare la quarta meta turistica d’Italia”. Con queste parole Dario Franceschini, ministro dei Beni culturali e del Turismo, ha chiuso gli Stati Generali del Turismo svoltisi venerdì 25 e sabato 26 novembre a Taormina.
“C’è un turismo internazionale in crescita in Italia. Bisogna puntare su un turismo intelligente, colto, che spende e rispetta l’ambiente. E occorre lavorare perché non siano solo le grandi capitale dell’arte, Roma, Venezia, Firenze, che hanno problemi di sovraffollamento, ma tutto il Paese a intercettare questo flusso. In particolare la Sicilia – ha spiegato il ministro – è uno scrigno di tesori ed è oggi in condizione per avere una grande crescita del turismo. La Regione sta lavorando molto in questa direzione. Al di là delle competenze derivanti dallo statuto speciale, noi siamo pronti a collaborare”.
Inoltre, il ministro ha annunciato che nel 2017 nell’Isola “verrà organizzato un grande evento sul turismo sostenibile”.
“Il tema del 2017 sarà il turismo sostenibile e Il ministro Franceschini ha preso un impegno in questo senso per organizzare un grande evento sul turismo sostenibile proprio in Sicilia nel 2017. Credo sia la ciliegina sulla torta degli Stati generali del turismo siciliano. Dopo gli sforzi fatti quest’anno possiamo definirci la Regione che ha investito di più sul turismo sostenibile in Italia e per questo ci candidiamo a Capitale del Turismo sostenibile”, ha detto Anthony Barbagallo, assessore regionale al Turismo, Sport e Spettacolo, tracciando un bilancio della due giorni di Taormina.
“Dopo questi due giorni di dibattito siamo molto più credibili e autorevoli”, ha aggiunto Barbagallo che si è soffermato anche sul piano strategico del turismo. “È il primo che viene realizzato in Sicilia, ci lavoreremo anche in base delle proposte emerse nel corso di questi due giorni e di azioni mirate. Sarà un progetto strategico per la Sicilia, che ricalcherà in pieno quello del governo nazionale.
Entro la fine dell’anno, invece, sarà presentata la legge sul turismo per regolamentare il settore distinguendo tra strutture alberghiere ed extra alberghiere. La battaglia politica di questa classe dirigente – ha concluso Barbagallo – è abbattere il costo dei collegamenti aerei verso la Sicilia, perché i 20 milioni stanziati dal governo per la continuità territoriale sono pochi e concentrati su Pantelleria e Lampedusa e la quota va aumentata. Le tariffe dei voli aerei vanno abbattute perché è impensabile che i siciliani che vivono all’estero o al Nord per lavoro debbano pagare cifre stratosferiche per tornare in Sicilia durante le festività e non solo”