“Qualcuno ci deve spiegare se Alitalia resta la compagnia di bandiera o se, invece, il tricolore diviene un mero elemento decorativo sulle livree di aerei che tutto faranno salvo collegare le città del nostro Paese. Nessuno contesta partnership industriali con operatori solidi e, soprattutto, aventi un’indubitabile proiezione internazionale, ma oltre alle preoccupazioni per gli scali romani e milanesi, forse, sarebbe stato opportuno che chi ha condotto tale trattativa si fosse preoccupato anche del resto d’Italia che – ritengo – non possa partecipare commossa alla morte del trasporto aereo nazionale”. Così l’assessore regionale al Turismo, Michela Stancheris, interviene di nuovo sulla cancellazione dei voli Alitalia dalla Sicilia, esclusi quelli per Milano e Roma.
“I nostri operatori – aggiunge – hanno investito in prodotti e pacchetti turistici che si basavano sulle rotte Alitalia e Air One, rotte che abbiamo contribuito cospicuamente a promuovere nelle fiere e negli incontri b2b con gli operatori esteri. Oggi, invece, ci troviamo nella paradossale situazione in cui abbiamo i turisti, ma a questi dovremo spiegare che non possono volare in Sicilia. Il Governo nazionale deve intervenire. Chiediamo formalmente sia alla Presidenza del Consiglio dei Ministri che alla nuova Alitalia di istituire un tavolo per concertare il nuovo piano di trasporti aerei nazionale. Non intendiamo rimanere estranei da questa programmazione poiché rappresenta un elemento vitale per il turismo in Sicilia.
Da assessore regionale al turismo della Regione Siciliana non posso accettare che il Governo nazionale voglia da un lato centralizzare le politiche sul turismo e dall’altro immaginare che il turismo sia un affaire del centro-nord Italia, visto che il sud diviene terra irraggiungibile. Per la Sicilia resta fondamentale, prioritario e non più procrastinabile capire quali siano le strategie nazionali sui trasporti aerei, viceversa non c’è Agenzia nazionale sul turismo (ENIT) o Ministero del Turismo che tenga: senza trasporti la Sicilia è turisticamente morta.
Irrilevante per noi che i voli vengano fatti da Alitalia, da Ryanair o da chiunque altro, ma è inaccettabile che la compagnia di bandiera si defili e disinvesta con cotanta tempestività, mentre il Governo nazionale non si è nemmeno degnato di condividere con le Regioni gli effetti di tale scelta. Se a Roma pensano che si possa fare a meno della Sicilia per lo sviluppo turistico del Paese, allora lo dicano esplicitamente.
Oltre ad avere scritto formalmente al premier Matteo Renzi, nonché ai ministri Lupi e Franceschini e al sottosegretario Delrio, ho chiesto che tale battaglia venga condivisa da tutti i comuni siciliani, scrivendo sia all’Anci Sicilia che ai sindaci delle quattro città siciliane sede degli aeroporti. Senza risposte celeri da parte di tutti i soggetti coinvolti, compresa Alitalia, non tarderemo a far sentire nuovamente la nostra voce. Porterò questa vertenza anche in sede di Conferenza Stato-Regioni – conclude – ove, ritengo, sarà possibile ricondurre tale discussione in un’ottica più generale e volta a preservare l’interesse nazionale”.