Il Comune di Agrigento sta pensando di introdurre la tassa di soggiorno ma immediatamente è scattata la protesta delle associazioni di categoria. In una lunga nota, Francesco Picarella di Federalberghi Agrigento, Gaetano Pendolino del Distretto Turistico Valle dei Templi e Paolo Pullara di Assohotel Agrigento bollano l’imposta come “punizione per un settore che potrebbe essere trainante per lo sviluppo economico e sociale del territorio”.
Picarella, Pendolino e Pullara sottolineano infatti che “la destinazione ‘Agrigento’ non è ancora in grado di competere alla pari con altre destinazioni, anche siciliane, e per questo motivo, gli operatori delle strutture ricettive hanno abbassato le tariffe al di sotto della media, tanto che molti operatori parlano di vera e propria sopravvivenza”.
Inoltre, in questi ultimi anni hanno chiuso alcune strutture ricettive (Hotel Villa Eos, Akrabello, Grand Hotel dei Templi) e oltre il 60% opera in regime di stagionalità attuando sospensioni e licenziamenti. Nel 2014, poi, si è registrata una flessione degli arrivi e delle presenze che lancia un ulteriore allarme rispetto alla situazione economica della filiera turistica e che certamente comporterà ulteriori riduzioni
“Ma la politica che decide sulle sorti della città si rende conto che, invece, dovrebbe incoraggiare gli operatori del turismo locale, limitarne i costi di gestione facilitando l’accesso ai servizi, abbattere le tasse per chi investe nel turismo e nelle attività culturali, sentire tutte le loro doglianze e garantire i servizi essenziali? Il problema che agita l’amministrazione comunale di Agrigento ed il consiglio comunale è quello di chiudere il bilancio preventivo, sanando o pareggiando eventuali falle che possono esporli a doverne rispondere avanti la Magistratura contabile. Ma il metodo e la sostanza della loro azione non possono essere affatto condivisi. La tassa di soggiorno è una tassa di scopo, cioè, destinata a coprire spese destinate ai servizi turistici, in primo luogo e poi eventualmente altri servizi di contorno.
Ora è noto a tutti che il Comune non ha investito sui servizi turistici necessari, importanti, prioritari, di interesse del settore e richiesti in mille modi diversi dagli operatori o dal sistema turistico organizzato. Non ha investito prima e non sembra avere intenzione di investire ancora.
Un esempio su tutti è la pessima gestione degli introiti spettanti al Comune di Agrigento dal ricavato della vendita dei biglietti della Valle dei Templi, della Casa Museo Pirandello e del Museo Archeologico. Di fatto il trasferimento delle risorse da parte dell’ente parco valle dei templi ha da oltre 10 anni rappresentato una autentica “tassa di soggiorno” pagata dai turisti. Nessuna altra città ha fino ad ora beneficiato di tale opportunità con elevate disponibilità si pensi, per esempio, alle somme disponibili nel bilancio 2013 pari a 350 mila euro”.
Per questo motivo, anche in considerazione del fatto che la Regione siciliana ha ridotto le categorie esonerate al pagamento del biglietto di ingresso e che le somme destinate al Comune di Agrigento dai proventi della vendita dei biglietti possano arrivare fino al 30%, Picarella, Pullara e Pendolino chiedono di “destinare tali somme al miglioramento della fruizione turistica. Se infatti si chiedesse il 30% previsto dalla normativa, potrebbero essere usati fino a 1.350.000 di euro derivanti dal 30% degli attuali 3.500.000 di euro di incassi del 2013 a cui vanno aggiunti circa un milione di euro di nuovi incassi derivanti dalla riduzione delle esenzioni”.