Ha fatto discutere parecchio l’iniziativa lanciata da un tour operator di Boston e rivolta al target dei turisti nordamericani che della Sicilia vogliono conoscere tutto: luci e ombre. Il pacchetto si chiama “vitto, alloggio, visite guidate e … incontro col figlio del boss”. A gruppetti di 15 i turisti Usa arrivano alla spicciolata a Palermo, una delle tante tappe del loro viaggio nell’Isola, e si trovano faccia a faccia con Angelo Provenzano, 39 anni, figlio maggiore di Bernardo, storico capomafia di Corleone da anni al carcere duro.
Quasi intimiditi, si siedono in cerchio. Viene consegnato loro una sorta di opuscolo con le tappe salienti della storia di Cosa nostra. Segue una breve introduzione, un sunto delle cronache più o meno recenti, fatto da uno degli organizzatori. I turisti ascoltano in religioso silenzio. E attendono che arrivi Provenzano. Il figlio del boss parla un’oretta. Per lo più in inglese, raramente tradotto. E racconta la sua vita, gli anni di latitanza col padre, il rientro a Corleone, adolescente, il rapporto con una figura che gli ha condizionato passato e presente e che grava come un macigno anche sul suo futuro.
Al termine dell’intervento gli americani non smettono di fare domande. Che infanzia ha avuto, che padre è stato il suo, come si conciliava la religiosità professata con la vita criminale, cosa si attende dal domani. Angelo Provenzano risponde a tutti. E nelle sue risposte non c’è l’ombra della ritrosia e della cautela che si sentono, forti, nelle rarissime interviste rilasciate ai media. Il perché lo spiega lui stesso all’Ansa. “Confrontarmi con una cultura diversa dalla nostra e scevra da pregiudizi mi pare un’avventura molto stimolante”. “Per me – aggiunge – si tratta di una opportunità lavorativa importante in un settore, quello turistico, nelle cui potenzialità ho sempre creduto”.
“Questa notizia ha dell’incredibile. E’ solo apparentemente innocua. – commenta il senatore del Pd Beppe Lumia – Oltre a raccontarsi ai turisti il figlio di Provenzano potrebbe trovare un po’ di tempo per dire ai magistrati dove si trovano le ricchezze accumulate dal padre”.
Sulla stessa linea anche la rezione dell’assessore regionale al Turismo, Cleo Li calzi che su Facebook scrive: “trovo assurda e offensiva per la nostra terra la notizia dell’organizzazione turistica che prevede viaggi a Corleone con una guida di eccellenza: il figlio di Bernardo Provenzano. Chiedo a tutti i siciliani che hanno a cuore il bene collettivo e lo sviluppo della Sicilia di boicottare questa iniziativa e a indignarsi con chi la rende possibile. Per lo stesso motivo non incollo il link dei media che ne danno notizia. Ps: proponiamo al Provenzano junior che se proprio vuole fare la guida turistica “guidi” la Magistatura a conoscere dove nel territorio si annidano ancora esponenti della criminalità organizzata e dove le ricchezze criminalmente accumulate”.