CIR: il primo passo per cambiare passo è stato fatto

(di Toti Piscopo) Un codice per tutelare i consumatori e favorire il contrasto all’abusivismo diffuso nel settore della ricettività alternativa o integrativa rispetto a quella alberghiera. Questo l’obiettivo dell’assessore regionale al Turismo Manlio Messina che, in un suo decreto assessoriale presentato ieri alla stampa e pubblicato nel contempo sul sito della Regione, vuol conseguire.

Un tema da sempre auspicato ed invocato dalle associazioni di categoria, insieme alla legge sul turismo che ormai sembra essere abortita anche in questa legislatura. Nonostante le difficoltà del momento, determinate dalle tante incertezze, il CIR (Codice Identificativo Regionale) è un piccolo passo per far emergere tutte quelle strutture che a diverso titolo si occupano di ricettività e che ormai rappresentano un irriversibile modello di ospitalità diffusa ormai legittimata e premiata dal mercato.

Una ragione in più per trasformare questo fenomeno spontaneo in un sistema economico produttivo, trasparente e legale in grado di offrire delle garanzie certe ai consumatori. Ma da solo non sarà sufficiente se non si intensificano i controlli, sensibilizzando anche i consumatori, sollecitando segnalazioni e non delazioni, e assumendo iniziative premianti per chi lo adotta e lo espone e penalizzante per chi si ostina a rimanere nell’ombra.

Uno strumento semplice che può contribuire a diffondere quella cultura d’impresa di cui questa terra ha tanto bisogno, ma che va affiancata da quella cultura di governo che, sulla pianificazione e programmazione, deve trarre la forza trainante per consolidare l’offerta turistica siciliana, che nella fase post-pandemica ha dimostrato di essere, nonostante tutto e nonostante tanti, particolarmente attrattiva, seppur ancora fragile.

Il cammino è ancora lungo, ma il primo passo per cambiare passo è stato fatto.

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