Una grande apertura per le Orestiadi 2024, il 5 luglio al Baglio di Stefano di Gibellina. Si inizia con un omaggio a Giorgio Gaber, “Anche per oggi non si vola”, con Salvo Ficarra, Marcello Mordino e Massimiliano Geraci, in collaborazione con la Fondazione Giorgio Gaber che molto raramente dà il suo imprimatur.
“Quest’anno abbiamo puntato – ha spiegato il direttore artistico Alfio Scuderi – sulla forza delle parole, sulla loro capacità di modificare il mondo. Il linguaggio può modificare la realtà e questo diventa comprensibile con il teatro che quasi sempre ha un grande spessore politico e civile. Le scelte che abbiamo fatto quest’anno lo dimostrano, da Gaber a Flaiano, a Danilo Dolci. Un linguaggio violento, cattivo, minaccioso non può che generare un mondo come quello che stiamo vivendo. E’ quindi doveroso tornare agli intellettuali che alla fine del secolo scorso hanno tenuto la barra dritta verso una visione civile. Da qui gli omaggi a Gaber, a Flaiano, ma anche a poetesse come Patrizia Cavalli o Maria Luisa Spaziani e ancor Ludovico Corrao, l’intellettuale-sindaco che si trovò di fronte alle macerie e seppe far rivivere l’idea stessa di civiltà”.
Gli spettacoli e le mostre vanno dal 5 luglio al 10 agosto, dove “Orestiadi” si conclude al Cretto di Burri con “la scomparsa” con Olivier Dubois, Davide Enia e Serena Ganci, e con l’omaggio finale a Danilo Dolci a 100 anni dalla nascita con “Radio Libera Sicilia”, e viene ricordato da Claudio Gioè e Vincenzo Pirrotta. Al centro del Festival anche una serata dedicata alla musica di Philp Glass e al documentario che Roberto Andò dedicò a Robert Wilson.