“La mafia verrà sconfitta da un esercito di insegnanti delle elementari”. Una frase dello scrittore siciliano Gesualdo Bufalino, utilizzata spesso da Giovanni Falcone a chi gli chiedeva quando avrebbe sconfitto la mafia, rappresenta un po’ il senso dell’incontro di ieri “Non dimenticando, aspettiamo insieme il 23 maggio”, l’evento online dedicato al magistrato palermitano ucciso insieme alla moglie Francesca Morivillo e agli agenti della sua scorta 28 anni fa e organizzato dal Lions Club Palermo Federico II. Guarda la registrazione dell’evento
“Non dimenticando, dicono i Lions del Federico II, oggi come ieri – ha detto Toti Piscopo, moderatore dell’incontro -. Lo fanno lontano dai clamori, quasi in forma privata, ma guardando al futuro simbolicamente rappresentato dai giovani alunni della scuola elementare Orestano di Brancaccio e nella progettualità espressa dagli allievi del Liceo Meli di Palermo. Non certo per caricarli di responsabilità ma solo di consapevolezza e speranza per un futuro migliore di cui loro si preparano ad essere protagonisti. Non dimenticando il passato, non dimenticando il presente. Non dimenticando questa pandemia e tutte le pandemie che questa Società ha generato il cui contrasto deve essere l’impegno quotidiano, nella scuola, nella politica, nella burocrazia, nella società civile di cui ognuno di noi deve dare il proprio contributo e rendere conto alla propria coscienza. Sarà questo il modo migliore per onorare i nostri eroi e le inconsapevoli vittime di questa Società“.
Nel corso dell’incontro è stato presentato il cortometraggio “La voce della memoria” realizzato dalla regista Linda Ferrante, con il contributo del Lions Club Palermo Federico II, e la partecipazione degli studenti della Scuola elementare Orestano di Brancaccio, dell’Ispettore Capo della Polizia Municipale di Palermo, Rosa Mazzamuto, del Trio di Soprani “The Sicilian Sibyls” e del Coro dei bambini “The Blue Guys” diretti da Azzurra Moscia e accompagnati al piano dal Maestro Fabio Ciulla. Inoltre alcuni docenti del Liceo G.Meli hanno illustrato il progetto “La settimana della legalità”.
Ai lavori ha partecipato anche Giovanna Marano assessora alla Scuola ed alle Politiche Giovanili del Comune di Palermo che ha sottolineato l’importanza della consapevolezza oggi sempre più diffusa tra le giovani generazioni, non mancando di sottolineare la differenza delle celebrazioni di questo 28esimo anniversario in piena emergenza coronavirus mentre Michele Napoli della Fondazione Falcone ha raccontato la nostalgia delle celebrazioni degli altri anni e ha annunciato le iniziative previste per oggi, in particolare il flash mob delle 18 con i lenzuoli bianchi esposti nei balconi.
“Quello di quest’anno – ha sottolineato Mario Conte, consigliere di Corte d’Appello – sarà un 23 maggio particolare, sono passati 28 anni ma al contrario quanto accade solitamente assistiamo a un fenomeno straordinario, più passa il tempo più assistiamo alla realizzazione di un albero che cresce sempre di più. La cultura palermitana è cambiata, fino a 20 anni fa andare come magistrato in una scuola di Brancaccio era come andare in guerra, eri considerato il nemico. Oggi trovo ragazzi consapevoli, è il risultato del lavoro fatto dalla scuola. Se come persone adulte riusciamo a capire il nostro ruolo di cittadini, da quale parte stare, e a insegnarlo ai ragazzi, perchè la scuola da sola non basta, allora la mafia sarà sconfitta“.
Claudio Dei, vice comandante generale di Brigata, ha sottolineato il ruolo dell’esercito oggi come ieri, soprattutto dopo le tragiche morti dei magistrati Falcone e Borsellino mentre Giovanni Cataldo, comandante della Legione Carabinieri Sicilia, ha ribadito il ruolo e la partecipazione alla legalità.
Le conclusioni sono state affidate al Past Governatore del Distretto Lions 108 Yb Sicilia, Gianfranco Amenta: “le morti di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino hanno rappresentato il momento più eclatante che ha rotto un’apatia della popolazione ma deve essere un momento per ricordare tutte le ulteriori vittime della mafia uccise nell’adempimento del loro lavoro, senza volere fare gli eroi”.
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