Sarà all’insegna della bellezza il rilancio turistico della Sicilia nell’era del post-covid che si dovrà preparare a ridisegnare il proprio futuro cercando di superare il solco segnato dalla pandemia. E’ questo il parere di Giorgio Zuffanti, giovane architetto di origini catanese, con un percorso professionale maturato soprattutto all’estero grazie all’apporto delle università di Roma, di Canberra in Australia, e in Cina.
“Nel 2009 – racconta Zuffanti a Travelnostop.com – fui travolto dalla bellezza della Cina, dalla sua cultura e dalla sua architettura e quindi feci di tutto per ritornarci l’anno successivo per la mia tesi sperimentale sulla riqualificazione urbana della periferia di Pechino. Da lì si sono aperte varie strade, a partire da un periodo di pratica in uno studio di Shanghai che mi ha permesso, da neolaureato, di conoscere diverse culture e viaggiare tantissimo tra Corea, Thailandia e Mongolia“.
Giorgio Zuffanti, che ogni anno puntualmente ritorna in Sicilia, non si ritiene un cervello in fuga, ma considera il mondo una palestra dove esprimere creatività e dove arricchire la propria professionalità.
“Appena arrivai in questo studio di Shanghai – aggiunge – mi diedero l’opportunità di presentare il mio progetto nel deserto della Mongolia. Da neolaureato andai lì con un assistente perchè nessuno parlava inglese. Ho ricordi incredibili di quell’esperienza: fui accolto come una celebrità, 10 anni fa in Mongolia e in Cina le cose erano diverse. Ho incontrato nuove persone, nuove culture, team tutti internazionali, ho migliorato il mio inglese, ho iniziato a studiare cinese. Tutto ciò mi ha dato l’opportunità di toccare con mano tanti progetti, e questo ha fatto la differenza nella mia carriera. Da neolaureato quando hai la possibilità di fare 30/40 progetti all’anno, di vedere i cantieri e soprattutto di vederli realizzati, percepisci la maturazione professionale, ed avverti di essere cresciuto tantissimo. Poi il mio studio era specializzato in retail, spazi commerciali per brand di lusso, e questa è diventata la mia specializzazione. E oggi è quello che faccio a New York come associato da Gensler, il più grande studio di architettura Usa”.
E a proposito di New York, Zuffanti racconta che ci sono esempi di architettura in grado di offrire un contributo al turismo. Come la High Line, che oggi è tra le attrazioni più importanti della Grande Mela, uno spazio usato dai locali e dai turisti.
“Ci sono luoghi che hanno cambiato l’immagine delle città – spiega Zuffanti -: a Shanghai, una città che porto nel cuore, venti anni fa Pudong era una palude. Oggi ha i grattacieli più alti del mondo e ospita l’aeroporto internazionale. Prima del covid la Cina era una destinazione turistica importantissima, quando vivevo là constatavo personalmente questa voglia di vedere la Cina, che parte dalla voglia di ammirare l’architettura contemporanea per poi andare a conoscere la storia della città, la Grande Muraglia. Tutto poi si mescola, e questo è l’importante“.
“Oggi – ha quindi ammesso l’architetto classe ’84 – il futuro spaventa ma ci sono città che sono più pronte ad affrontarlo. Come le città degli Emirati e in Arabia Saudita che si sono già aperte al futuro, che hanno capito che non possono vivere di petrolio, e hanno deciso di vivere di tecnologia senza dimenticare però la sostenibilità. Non sono solo parchi gioco, oggi prestano una grande attenzione al territorio, alle loro catene montuose, alla barriera corallina, vogliono preservare la loro bellezza e non perdere la loro identità però puntando sulla tecnologia e il digitale“.
Eppure nonostante questo sguardo così intrinsecamente internazionale, Zuffanti continua a guardare alla Sicilia.
“Il sogno è fare qualcosa di utile per la Sicilia, non solo bello – spiega -. Oggi la percezione sulla Sicilia è cambiata, oggi ha un suo riconoscimento, una sua visibilità: non dico vado in Italia, ma in Sicilia, come se fosse un mondo a sé. La Sicilia spesso è paragonata alla California. Ma guardando alla California, dove sono state fatte cose importanti, a cominciare dalle strade, perchè non fare altrettanto in Sicilia? Negli ultimi anni si è fatto bene in alcune zone, come Ragusa, in campo turistico e non solo, ma non basta. Il turismo sta cambiando, oggi sempre più le persone vogliono provare esperienze, e dunque molte strutture risultano obsolete e la gente non sceglie più l’affittacamere per abbattere i costi ma perchè vuole vivere un’esperienza. Da questi presupposti nasce un progetto a Riposto per riconvertire un immobile in casa vacanza, per creare esperienza, creare servizi, collegamento con Etna, creare spazi in cui vivere la nostra sicilianità. Oggi questi progetti cambieranno il mondo di pensare il turismo in Sicilia. Già si è verificato un cambiamento nelle grandi catene alberghiere, oggi sono sorti tanti boutique hotel che danno una certa attenzione al food, alla loro specificità, e di questo tipo di ospitalità ormai abbiamo tanti esempi anche in Sicilia“.
Ed ecco perchè Zuffanti consiglia ai colleghi stranieri un investimento in Sicilia.
“Chiamare architetti con un background diverso – sottolinea – può portare qualcosa di interessante, invece spesso si ha paura. Avere un’opinione diversa sul tuo territorio ti può far vedere le cose in maniera diversa, avere degli input diversi può portare a qualcosa di diverso, di bello. Il problema – conclude – non è solo economico, è la gestione degli spazi. Magari si potrebbe creare un ponte per assistere questi imprenditori, un ponte con delle eccellenze, creare un pacchetto dedicato per dare fiducia agli imprenditori“.
Si conclude con questa aspirazione la conversazione in digitale con Giorgio Zuffanti, il giovane architetto made in Sicily che, nonostante la pandemia, guarda con rinnovato interesse ed ottimismo alla Sicilia turistica, a quella che tutto ha e sempre più potrebbe avere in cui ritornare e non solo in estate per le vacanze, ma per tutto l’anno.
(foto di Alberto Carobene)