Così torneremo a essere turisti a casa nostra

(di Giovanni Battista Dagnino*) Il turismo? Ripartirà come negli anni ’50 e ’60 dove eravamo “turisti a casa nostra”. E potrebbe essere un’occasione di rilancio del mercato interno e del Made in Italy (ma anche in Sicily). 

La crisi colpisce vigorosamente tutta la filiera del turismo dalle strutture di accoglienza alle strutture aeroportuali sino ai tour operator, alle agenzie di viaggio, alla ristorazione alle compagnie aeree.Per farlo ripartire sono necessari sia interventi da parte della domanda e degli incentivi pubblici sia interventi da parte della domanda privata.
In breve, se lo Stato farà certamente la sua parte, dal nostro canto noi cittadini dobbiamo riprendere a consumare, ma questa volta in modo diverso perché, come avveniva negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, dobbiamo ricominciare a essere “turisti a casa nostra”.

Un bel modo per riscoprire le sconfinate bellezze e la smisurate biodiversità italiana e della nostra isola. Gli stranieri arriveranno di nuovo, ma per questo dovremo attendere un po’ più di tempo. Naturalmente non tutti i settori economici disegneranno un percorso identico: vi saranno quelli che avranno una ripresa più rapida e quelli che avranno una ripresa meno accentuata. Vi saranno quelli innovativi che cambieranno rapidamente pelle e daranno spazio a nuovi prodotti più sostenibili e riciclabili e quelli più conservativi.

Nel caso del turismo ci si attende una ripresa più leggera rispetto ad altri settori industriali, che dipenderà anche dal ritmo dei consumi privati prima citati. Con il concorso di tutti, governi, operatori e consumatori, con una professione di ottimismo speriamo di riuscire a riconquistare il trend di crescita prima della fine dell’anno e di riprendere in modo sostenuto nel corso del prossimo anno.

*Presidente del Corso di Laurea magistrale in Economia e Management del Campus di Palermo dell’Università Lumsa

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