giovedì, 28 Marzo 2024

Rosano a Musumeci: riprendiamoci normalità, seguiamo la Sardegna

Riceviamo e volentieri una nota di Giuseppe Rosano, presidente Noi Albergatori Siracusa e vicepresidente nazionale Assohotel.

Allo stato attuale, il corso della crisi pandemica, può volgere al bene: volando in Paradiso, oppure al peggio, (disse Gesù): “discendere agli inferi…, non all’inferno, perché lì non c’era niente da salvare!
Tra i Demoni, no! Non vogliamo incamminarci, strada senza ritorno. Bramiamo, invece, di spalancare la porta alla ripartenza, scansando i pessimisti che osano convincerci di guardare al 2022. Pura follia!
Anche il nostro Presidente Musumeci, domenica scorsa in visita alla nostra città, è parso rassegnato. Alla mia domanda di mettere in atto gli accorgimenti occorrenti per fare divenire zona bianca la Sicilia, ha risposto: “se non indossiamo le mascherine, io cosa posso fare? Dipende da lei da me, da tutti noi, amico Rosano”.
Avrei voluto replicare all’arrendevole insufficiente risposta di seguire l’esempio della Sardegna, passata in zona bianca; trasloco partecipato, meditato, voluto da cittadinanza e politica.
Il Presidente Solinas ha implementato preventivamente: screening, protocolli sanitari, un deciso cronoprogramma di vaccinazione a tutela di collettività e turisti. Attraverso test immediati, presso le uniche vie di accesso: mare e aria, la Sardegna, per Pasqua, per i week-end del 25 aprile, 1° maggio e così in avanti, accoglierà turisti desiderosi di trascorrere una vacanza in tranquillità e sicurezza.
E noi siciliani, con la stessa conformazione geografica della Sardegna, cosa facciamo? Remissivi limiteremo, se tutto va bene, le energie al mercato isolano: Palermo, Trapani, accoglieranno catanesi, siracusani e messinesi; Siracusa, Catania e Messina, incluso Taormina, ospiteranno palermitani e trapanesi: Enna e Agrigento, si spartiranno siciliani d’oriente e di occidente.
Con questi chiari di luna gli alberghi, in preda ad avvoltoi in agguanto, tarderanno a riaprire i battenti, i ristoratori centellineranno il servizio alle 18, le guide turistiche attenderanno fuori da musei e siti archeologici che qualche corregionale si impietrisca di vederli disoccupati; i tassisti suoneranno il clacson delle loro auto per attenzionare una corsa a tariffa scontata. I commercianti chiuderanno oggi per riaprire domani. Il settore culturale: siti archeologici, musei, per la visita nel corso di week-end? Embè: prima prenotata…, poi vediamo.
È questo che vogliamo Presidente Musumeci? Perché, all’opposto, con dose di coraggio sorretta da immancabile prudenza, non provare ad abbassare l’indice dei contagi e del Rt? Comunichi giornalmente dove reperire, in ogni comune, i Dipartimenti ASP per effettuare i tamponi rapidi; richiami i siciliani alla responsabilità e senso civico di indossare mascherina, evitare assembramenti. Acceleri la vaccinazione: le fiale (pare) ci siano, non la pianificazione.
Se lei crede, e lo spero, che il turismo per la Sicilia è fondamento per l’intera economia isola, metta in campo le azioni per riprendere vita, speranza, non come punto di arrivo, ma di (ri)partenza. E occorre farlo prima degli altri: Greci, Dubai e altre destinazioni hanno riacceso i motori. I motori degli aerei li hanno riaccesi: Ryanair con 4 nuove rotte dalla Sicilia; lo stesso ha fatto Air France, Eurowings, EasyJet, Albastar, Blue Panorama Airlines/Luke Air. Tutti pronti a convogliare viaggiatori verso la Sicilia.
In quanto a Siracusa, ad oggi vacilla la programmazione delle Rappresentazioni Classiche e di eventi per attrarre turisti e sostenere gli operatori da oltre un anno con il cash flow, ridotto a zero.
Non chiediamo un libero tutti; grave errore da evitare, così come sottarsi a comportamenti imprudenti che provocherebbero danni successivi. Sappiamo che il virus non è ancora sconfitto, ma non possiamo farci sconfiggere da una eterna pandemia. Da qui la necessità di approntare, senza ulteriore indugio, un puntuale vademecum per evitare di svanire la stagione turistica 2021 e con essa dissipare posti di lavoro da parte di coloro che l’avevano fisso e degli sfiancati stagionali in perenne disoccupazione.
Lavorare, ecco cosa abbiamo bisogno, siamo stanchi di essere curati da terapie di ristori, cassa integrazione. Basta! Riprendiamo la normalità della nostra vita, prospettiamo su giusti binari un futuro migliore. È così irragionevole immaginarle di traslocare in zona bianca?

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