venerdì, 26 Aprile 2024

Sui distretti turistici siamo tutti colpevoli

Pubblichiamo una nota di Sandro Billi sul meccanismo dei distretti

Riceviamo e volentieri pubblichiamo l'opinione di Sandro Billi, consigliere della Associazione Ricercatori Turismo – Artù, nonché presidente Centro Servizi Regionale SiciliaNatura Scc e coordinatore responsabile Osservatorio Turismo all'aria Aperta – Toscana, sul tema dei distretti turistici. Un commento sollecitato dall'editorale di Toti Piscopo dello scorso 10 agosto.
"Premetto che sono favorevole ai Distretti come strumento di sussidiarietà orizzontale in grado di svolgere alcune funzioni a servizio della filiera turistica. Allo stesso tempo penso che l'intervento del settore pubblico debba essere completamente ripensato, sia per consentire interventi adatti nella forma e nei tempi alle necessità dei mercati, sia per la crescente riduzione dei fondi a disposizione. Promozione, classificazione, sistema delle licenze, pianificazione strategica, sono funzioni che possono essere ridiscusse e nelle quali lo strumento "distretto" (o "sistema" per dirlo come la L. 135) può avere un ruolo. Accanto ad altri.
Nel frattempo è passato quasi un mese e mezzo dalla presentazione delle domande di finanziamento dei progetti dei Distretti siciliani ai sensi della Linea di intervento 3.3.3.A e ancora mi resta un senso di amarezza. Quella amarezza che nasce spesso vedendo le cose del nostro paese, quando ci rendiamo conto che per piccoli pezzi di interesse si sostengono cose nate, portate avanti e strutturate in modo sbagliato. Cose che vanno contro non solo all'interesse comune, ma anche, alla fin fine, all'interesse di chi vi partecipa in prima persona. Ebbene, SIAMO TUTTI COLPEVOLI, con il verbo nella prima persona plurale perché, come sai, anche io sono stato coinvolto attivamente nel meccanismo. È colpevole chi non ha mai spiegato bene cosa sono i distretti e cosa devono fare, è colpevole chi ha autorizzato la nascita di un numero esagerato di soggetti, è colpevole chi non ha previsto funzioni centralizzate (probabilmente ci troveremo con oltre 20 differenti DMS, nuove partecipazioni a pioggia alle fiere, un festival di marchi e loghi), è colpevole chi è entrato nelle compagini sociali senza essere impresa turistica ma in attesa di appalti e concessioni che non avrebbero potuto esserci, è colpevole chi non ha proposto e iniziato attività a livello distrettuale in attesa del denaro pubblico, è colpevole chi ha partecipato alla progettazione come investimento per possibili remunerazioni future, è colpevole chi ha  messo sul piatto una cifra pari a mille anni di stipendi di neo assunti per acquistare servizi che, in una alta percentuale, non saranno forniti da imprese regionali.
Ora, ognuno con la mano sulla coscienza, possiamo riaprire il tema, ma che la cosa sia rapida e chiara, per il bene di chi lavora, investe, affronta costi, paga le imposte. Nel rispetto di chi fino ad oggi ha operato con entusiasmo, di chi ha fatto proposte e attività concrete con lo strumento distretto, e sappiamo entrambe che esempi virtuosi ce n'è più di uno.
Riapriamo il tema però definendo bene i confini, le funzioni, le responsabilità, senza mischiare pubblico e privato in strani intrecci operativi, per fare uno strumento che sarà innovativo se guardato con gli occhi del domani. Se finalmente mettiamo da parte il modo di pensare del passato e facciamo i conti con gli strumenti, le opportunità, le complessità, la velocità che il mercato richiede in questi anni".

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