martedì, 26 Novembre 2024

Ok all’apertura dei siti culturali nei festivi, c’è l’accordo con i sindacati

“Sottoscritto l’accordo definitivo che consentirà di derogare i limiti dei festivi previsti dal contratto di lavoro e di tenere aperti i siti della cultura siciliana”. Lo dicono Michele D’Amico, responsabile regionale del Cobas/Codir per le politiche dei Beni culturali e Simone Romano, coordinatore regionale del Cupas/Codir (Custodi del patrimonio culturale siciliano).

“L’accordo sindacale è anche la continuazione – precisano i sindacalisti – di un percorso iniziato lo scorso anno insieme all’assessore Sebastiano Tusa e che ha visto i sindacati firmatari uniti per la salvaguardia e la fruizione del patrimonio culturale”.

“Con l’accordo si prevede – commentano D’Amico e Romano – di superare solo in parte la gravissima problematica della ormai ben nota carenza di personale (1.977 unità delle quali la metà proprio nel settore della vigilanza e fruizione dei siti) sopravvenuta a seguito del collocamento in quiescenza dei dipendenti. Terminata, parzialmente, la fase di emergenza e scongiurata la chiusura dei siti nella seconda parte dell’anno – continuano i sindacalisti – occorre dare attuazione alla recente rimodulazione amministrativa del dipartimento regionale Beni culturali e all’istituzione dei nuovi Parchi archeologici se non si vuole che tutto ciò resti solo sulla carta. Chiediamo al presidente della Regione siciliana, nella qualità di presidente e di assessore regionale ai Beni culturali – concludono – di avviare un’immediata stagione di confronto per rilanciare investimenti e ammodernamento dell’amministrazione tendente a qualificare, in termini di immagine, l’intero sistema dei beni culturali siciliani e la qualità delle condizioni lavorative: necessita l’immediata riclassificazione del personale regionale nonché un piano occupazionale che tenda a colmare le numerosissime carenze di personale e a dotare le nuove strutture di personale altamente specializzato. Senza un serio piano il sistema dei beni culturali sarà prossimo al default già a partire dal 2020”.

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