Distretto Barocco del Golf, confronto aperto tra investitori e ambientalisti

La nascita di un vero e proprio Distretto Barocco del Golf, proposta nei mesi scorsi da alcuni investitori, è stata al centro di un incontro promosso dal GAL Terra Barocca con i rappresentanti dei quattro circoli iblei di Legambiente che però dal canto loro, avevano manifestato alcune criticità. In particolare, si è discusso dell’ipotesi di utilizzare alcuni campi già esistenti o in itinere tra le province di Ragusa e Siracusa e crearne altri tre secondo un accordo di programma futuro che prevede investimenti economici esclusivamente privati.

E infatti, proprio per approfondire meglio l’idea di progetto riguardante il Distretto Barocco del Golf è intervenuto online Federico Vanetti in rappresentanza del pool di investitori privati che, amanti della Sicilia, vogliono investire sul golf immaginando una nuova logica che mira alla sinergia tra più campi di golf e contemporaneamente tuteli la salvaguardia dell’ambiente. Come già indicato nell’intesa approvata dai Comuni e dalla Regione, non vengono previsti incrementi di volumetrie edili o la nascita di strutture turistiche a supporto dei nuovi campi ma piuttosto si andrà a riqualificare l’esistente solo per i servizi a supporto dell’attività sportiva. Sotto l’aspetto gestionale c’è l’idea di coinvolgere gli operatori del territorio.

Ma l’aspetto più importante è quello riguardante l’applicazione del protocollo del “Bio Golf” che è stato approvato da Legambiente nazionale, dal Wwf, da Federparchi e da Federgolf. Un protocollo che è stato preso come modello per la nascita del Distretto Barocco del Golf, lasciando inalterati la morfologia del territorio (muretti a secco, ulivi, carrubi) in cui si interverrà e avviando buone pratiche tese a ridurre, ad esempio, i consumi idrici. A tal proposito il GAL ha invitato a partecipare al confronto i componenti del team che ha redatto a livello nazionale il protocollo “Bio Golf” con l’obiettivo di fornire specifiche informazioni. Sono intervenuti, collegati online, Sebastiano Venneri di Legambiente, Giampiero Sammuri di Federparchi, Gaetano Benedetto del Wwf.

Ha concluso i lavori il presidente del GAL, Ignazio Abbate, che facendo sintesi del dibattito, ha ulteriormente chiarito il ruolo svolto dal GAL, cioè quello di facilitatore come già avvenuto per i progetti di promozione turistica per il territorio. Chiarito che l’idea del Distretto non ha ancora un progetto operativo essendo nella fase embrionale, il compito del GAL, teso a far conoscere il progetto anche ai rappresentanti istituzionali e agli operatori locali, è da considerarsi concluso. Toccherà infatti poi agli investitori proseguire con il proprio progetto e ai Comuni valutarlo secondo le scelte strategiche territoriali.

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