Aspettando la pubblicazione sulla Gurs del decreto di riconoscimento da parte dell'assessorato regionale al Turismo, attesa per domani, il "Distretto culturale del Sud Est" ha già individuato il suo logo. In totale sono arrivate 55 proposte, di cui cinque sono state ammesse alla fase finale. Ha vinto Salvatore La Piana, di Randazzo, a cui è andato il premio di 3 mila euro messo in palio, che ha presentato un immagine che raffigura 16 triangoli, assemblati tra loro in pittogramma e disposti sulla posizione esatta dei Comuni che affiancano il logotipo "Distretto culturale Sud Est". La scelta del triangolo come forma geometrica caratterizzante è legata alla somiglianza stessa della figura geometrica con la Sicilia.
Il logotipo Sudest unisce e fonde la D e la E delle rispettive parole Sud -Est. L'idea è di creare un'unica parola in grado di rafforzare il legame culturale, rappresentato dalle due lettere alfabetiche, di questa porzione di Sicilia. I colori utilizzati, oltre al nero, sono un marrone che ricorda il color "terra d'ombra o bruno di Sicilia" e un marrone chiaro che tende al giallo ocra per dare un senso di preziosità dei gioielli disseminati nei triangoli (ovvero i Comuni dell'area). Il carattere tipografico utilizzato è il Twirling New Moon. Si tratta di un carattere a base latina, per favorire la leggibilità.
Per l'assessore alla Cultura del Comune di Siracusa, Mariella Muti "dopo la formalizzazione del Distretto e l'approvazione da parte della Regione, si compie un altro passo verso un sistema integrato dell'offerta turistica del sud est della Sicilia: ora i 16 comuni e le province di Siracusa, Catania, Ragusa ed Enna che lo compongono avranno anche un logo nel quale identificarsi".
Ospite del Distretto, anche Linda Kovarova, studentessa praghese che frequenta il corso di studi del Dipartimento di storia comparativa presso l'Università di Praga, venuta a Siracusa per studiare il Case History del Sudest. L'Università di Praga è interessata infatti a comprendere la gestione di una realtà complessa, quale quella di tre siti Unesco (Val di Noto, Siracusa-Pantalica, Piazza Armerina), disseminati in sedici comuni e quattro province siciliane.