lunedì, 23 Dicembre 2024

Morgantina prova ad entrare nei circuiti turistici

Parte del sito archeologico ripulita dalla foltissima vegetazione, ora si lavora a segnaletica

Sono bastate appena due giornate di lavoro per riportare alla luce muri e stanze dall'antica Morgantina, nella zona della Cittadella, ricoperte da una foltissima vegetazione. Il sito archeologico, uno dei più importanti in Sicilia dopo i primi scavi degli anni ‘50, è però fuori dagli itinerari turistici a causa della sua inaccessibilità. Eppure proprio dall'area della Cittadella provengono i più bei reperti di età preistorica ed arcaica esposti nel Museo archeologico regionale di Aidone, tra cui anche la Venere di Morgantina.  
"Cittadella è sempre stata il mio cruccio fin da quando mi sono insediato alla direzione del Parco – ammette il direttore del Parco archeologico di Morgantina, Enrico Caruso – mi sembrava e mi sembra inverosimile che il sito da cui prende origine Morgantina non possa essere visitato neanche dai più attenti fruitori dell'archeologia".
Strade scoscese e cunette interrompono il deflusso delle acque piovane e impediscono di raggiungere il sito agevolmente. "Sono davvero grato all'assessorato delle Risorse agricole e forestali ed all'Azienda foreste demaniali – sottolinea Caruso – che in base a precise indicazioni del Governo regionale hanno con il loro lavoro disseppellito le strutture archeologiche dalle piante endemiche infestanti. Sarebbe davvero auspicabile che quest'opera non si fermasse adesso, si dovrebbero cadenzare le pulizie del sito e studiare dei progetti congiunti con il Dipartimento dei Beni Culturali per rendere anche Morgantina arcaica meta importante per la conoscenza della Sicilia". Intanto, in cantiere da subito c'è un progetto sulla cartellonistica per aiutare i turisti più curioso ad avventurarsi nel sito. "A giorni – dice Caruso – dovremmo conoscere la ditta che si sarà aggiudicato i lavori. Ci impegniamo fin d'ora ad inserire almeno tre pannelli che spieghino i resti dissepolti della Cittadella: l'acropoli con il suo tempio arcaico molto allungato, l'antico abitato al centro della collina con la più grande capanna preistorica dell'Età del Ferro ritrovata in Sicilia ed il santuario greco posto all'estremità est del pendio. Ma per fare questo bisogna almeno collegare i tre siti".

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