venerdì, 3 Maggio 2024

L’Europa ci ripensa: il porto di Catania entra nella rete europea Ten-T

Il porto di Catania è stato inserito nella rete delle più importanti infrastrutture europee, la Ten-T Comprehensive network che raggruppa le principali infrastrutture dell’Unione europea, permettendo allo scalo etneo di attingere ai fondi provenienti da Bruxelles.

L’inclusione è avvenuta attraverso un atto delegato della Commissione europea, pubblicato nella Gazzetta ufficiale Ue il 19 maggio scorso. La promozione dello scalo etneo è dovuta al raggiungimento di uno dei requisiti dalla Ten-T. Il regolamento comunitario, infatti, prevede che la rete includa “le piattaforme logistiche, i terminali merci, i terminali ferroviario-stradali, i porti interni, i porti marittimi e gli aeroporti nella rete globale, se è dimostrato che la media del loro volume di traffico degli ultimi due anni supera la soglia pertinente”, si legge su La Sicilia.

A darne notizia è Salvo Pogliese, parlamentare europeo di Forza Italia, membro della commissione Trasporti dell’Europarlamento, che aveva più volte interessato l’olandese Herald Ruijetrs, capo unità responsabile della rete transeuropea, della questione della precedente esclusione del porto catanese. “L’inserimento del porto di Catania nella rete Tent-T – dice Pogliese – è una notizia altamente positiva, non solo per Catania ma per l’intera Sicilia orientale, perché permetterà al porto etneo di accedere​ a importanti finanziamenti europei”.

Come ricorda La Sicilia, nel 2015 fu firmato un un protocollo d’intesa tra il sindaco di Catania Enzo Bianco e gli allora presidenti di Sac (Salvatore Bonura) e dell’Autorità portuale (Cosimo Indaco) per far entrare nella Ten-T le due infrastrutture catanesi. L’ex commissario della Port Authority, l’ammiraglio Nunzio Martello, il 28 aprile 2016, impugnò l’esclusione dello scalo, chiedendo rivalutare i criteri di accesso. Adesso l’Europa ci ripensa aprendo le porte a finanziamenti dal Cef (Meccanismo per collegare l’Europa), oltre che da Fondi strutturali e Banca centrale europea.

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