giovedì, 19 Dicembre 2024

Catania, Agen: vietiamo ai comuni di fare promozione turistica

Intervista al presidente della Camera di commercio aspettando gli Open Forum

"Con meno denaro, lavoreremo meglio". E' la provocazione di Pietro Agen, presidente della Camera di commercio di Catania e presidente di Confcommercio Sicilia, intervistato in esclusiva da sicilia.travelnostop.com in vista dei dieci Open Forum "La regione dei territori – I territori per la Regione", previsti durante il mese di ottobre. Agen, infatti, è convinto che un uso scorretto dei fondi abbia moltiplicato le azioni scoordinate da parte degli enti pubblici. Specie sul versante della comunicazione: "In mancanza di una progettualità più ampia – spiega Agen – ogni comune fa comunicazione turistica. Ma a quel livello, la promozione produce prima di tutto il frazionamento della domanda. Io arriverei a eliminare la figura dell'assessore cittadino al turismo, sostituendolo magari con un assessore all'ospitalità".

La mancanza di un progetto a lungo termine è un vecchio vizio delle azioni politiche siciliane, non solo nel turismo. "Nel turismo manca qualsiasi idea di progettualità. Alla Bit di Milano, ogni anno, trovo almeno una mezza dozzina di soggetti provenienti dall'area di Catania. Uno sperpero. E allora, in segno di protesta, abbiamo deciso di non partecipare come Camera di Commercio. La frammentazione delle attività di comunicazione è una delle cause del turismo frammentato, quel ‘mordi e fuggi' che non lascia il segno nell'economia. Ora che ci sarà meno denaro in giro, si dovrà usare meglio, per promuovere l'intera provincia e le sue eccellenze. Non so in quanti altri luoghi al mondo si possa sciare la mattina e andare in spiaggia al pomeriggio".

Agen ha quindi fatto un primo bilancio della stagione che si avvia a conclusione. "Non ci sono ancora stime ufficiali, i dati sono contrastanti. In certe aree, dopo un luglio promettente, agosto pare sia stato un mese terribile. In molti parlano di un calo del 30% in tutti i settori, dagli alberghi e B&B ai ristoranti. Al contrario, i flussi aeroportuali sembrano tenere. E i turisti stranieri mancano più di quelli italiani. Il sospetto diffuso è che all'estero la crisi sia più sentita che da noi, e che il traffico aereo sia alimentato più dall'outgoing che dall'incoming".

L'ultima battuta è per l'Etna che, per fama e bellezza, è un forte polo di attrazione per i turisti stranieri. "Il problema resta sempre quello: se non vendiamo il territorio nel suo complesso, i turisti continueranno ad arrivare, fare una passeggiata sul vulcano e andarsene, convinti di aver visto tutto quello che c'era da vedere. Basta considerare l'operazione fatta a Tenerife con l'Albero del drago: il nostro Castagno dei cento cavalli non ha nulla da invidiare alla dracena delle Canarie. Anzi, ha una sola cosa in meno: la quantità di gente che ogni giorno va a visitarla".

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