giovedì, 14 Novembre 2024

Azzolini-Coraci e quel ‘posticino nella gestione dei tavoli’

Botta e risposta tra l’imprenditore e il presidente Confidustria Alberghi e Turismo di Palermo

"Il perdurare, da diversi anni, della crisi nel comparto turistico siciliano e la latitanza delle istituzioni (nazionali, regionali e locali) rappresenta un concreto pericolo per la sopravvivenza delle nostre aziende. Certamente non possiamo continuare a lamentarci senza reagire per fare conoscere le nostre ragioni. In particolare, le associazioni di categoria sono chiamate a svolgereun ruolo unitario e di grande impegno. Non possono continuare a rivendicare un posticino ai vari tavoli e commissioni senza una concreta azione che incida concretamente per la soluzione dei problemi". Scrive così Gioacchino Azzolini, imprenditore alberghiero ed ex presidente regionale di Assoturismo Confesercenti, introducendo alcune sue considerazioni pubblicate su Repubblica Palermo lo scorso venerdì 13 maggio nella sezione "La parola ai lettori".
Una presa di posizione a cui ha prontamente replicato Massimo Coraci, presidente della Sezione Alberghi e Turismo di Confindustria Palermo.
"Sono veramente contento nel vedere che c'è ancora qualcuno che crede si possa cambiare qualcosa chiedendo alla attuale politica alcuni correttivi. Purtroppo ritengo personalmente che questa ennesima elencazione delle doglianze può servire solo a riempire qualche centimetro quadrato di giornale, perché  nella sostanza non produce più alcun effetto.
Quello che hai scritto sono anni che le associazioni di categoria, come le Camere di Commercio e quanti altri dotati di un minimo di buon senso, lo ripetono a gran voce a tutti i livelli, comunale, provinciale, regionale e nazionale. Ma mi sa che è solo fiato sprecato. La spiegazione ufficiale è che non ci sono le risorse per realizzare anche solo una delle richieste da noi ossessivamente ripetute.
Per quanto mi riguarda una possibile via d'uscita potrebbe essere quella di iniziare una seria riflessione sull'opportunità di ridurre in modo consistente le camere d'albergo, ove occorra, trasformando gli alberghi meno produttivi, che improvvidamente ci hanno lasciato realizzare senza una seria programmazione, in case, come si sta già facendo a San Giovanni Rotondo, dove si sono accorti improvvisamente che aver tirato su 8.000 camere è stata pura follia, dal momento che l'attuale loro occupazione media è di 70 notti all'anno e stanno fallendo uno dopo l'altro.
Chi se la sente comunque di continuare a suonare la sua tromba lo faccia pure, per carità. Ma ad essere accusato insieme ad altri di abbassare la guardia in cambio di "un posticino ai vari tavoli e commissioni senza una concreta azione che incida concretamente per la soluzione dei problemi" non posso credere che Gioacchino, conoscendomi, lo creda veramente. Il problema è che non credo più alle fate… Sto ancora aspettando da un paio di mesi che si faccia avanti un nuovo caritatevole paladino della filiera turistica che mi sostituisca quanto prima nella gestione dei tavolini e comò sparsi dappertutto. Ma finora non si è presentato nessuno. Chissà perché…"

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