Reisenplatz investe sulla Sicilia, intervista a Norman Tassin

Collegamenti con un milione e 60 mila strutture alberghiere e 11 mila agenzie attive e con cui lavorare quotidianamente. Sono numeri alti quelli che accompagnano il curriculum di Reisenplatz, che possiamo definire come una sorta di “banca dati di letti”, che grazie al potere della tecnologia e degli algoritmi studia i flussi turistici e fornisce servizi utili ai fornitori, monitorando le disponibilità degli hotel. Reisenplatz è stata tra i protagonisti dell’ultima edizione del Travelexpo Roadshow attraverso il suo rappresentante e comercial officer Norman Tassin, che ci ha rilasciato una lunga intervista.

Come si gestiscono numeri così alti senza confondersi?

«Tramite la mappatura e tramite il software a nostra disposizione. Esiste un sistema che riconosce da dove arriva l’hotel che si rivolge a noi tramite la geolocalizzazione servendosi del web. L’azienda è nata nel 2014 in Svizzera. Siamo un’impresa giovane e dinamica che lavora in tante parti del mondo e collabora in particolare con i tour operator che ci chiedono aiuto per la gestione della “coda lunga”, ovvero tutti quei servizi che non vengono contrattualizzati dagli stessi tour operator».

L’esperienza vi insegna che ogni albergo o ogni agenzia ha la sua tipologia di cliente. Limitandoci all’Italia, quale è il tipo di turista che tramite agenzie ottiene indirettamente i vostri servizi?

«Oggi Reisenplatz ha la potenzialità di un ampio bacino di utenza da tutti i punti di vista, sia sul fronte del tempo libero che del business travel. L’agenzia italiana che si rivolge a noi sceglie destinazioni sicure. Il turista italiano la scorsa estate è rimasto in Italia. Alcuni sono andati in Grecia e Spagna. Prima della pandemia non era così perché oltre il 50% dei viaggiatori uscivano dall’Europa. Oggi i corridoi turistici ci permettono di lavorare in sicurezza con Emirati Arabi e Maldive».

E in Sicilia come vi state muovendo?

«Il mercato siciliano lo stiamo sviluppando grazie a un forte investimento. Ci stiamo servendo di un tour operator e dodici venditori commerciali che visitano le agenzie di viaggio. Siamo una delle poche aziende che ha investito così». 

 

Come i vari paesi nel mondo hanno affrontato la pandemia e come voi avete risposto?

«Le regole cambiano di volta in volta molto velocemente e bisogna contare che ogni paese apre e chiude a seconda del numero dei contagi. È difficile riuscire a fare di un’erba un fascio. Quello che abbiamo fatto è stato ottimizzare e velocizzare la ricerca e quello che riguarda il flusso dei turisti, la problematica degli overbooking e delle chiusure dell’hotel. Uno dei nostri valori aggiunti riconosciuto è la prevenzione overbooking. Cosa che fanno in pochi.  Qualsiasi prenotazione effettuata con noi comporta che cinque giorni prima dell’arrivo dei turisti chiamiamo la struttura scelta tramite agenzia per controllare non solo che ci sia la camera, ma in più se l’hotel è aperto o chiuso. Questo per evitare che il cliente dell’agenzia di viaggi si ritrovi un problema check in o fuori dall’albergo».

E in futuro su cosa puntate?

«Sicuramente miglioreremo di tanto quella che è la parte dell’ottimizzazione del nostro software. Aumenteremo quello che è la richiesta e la disponibilità del prodotto, che oggi viene dato con un numero di fornitori importati e che permette con un click alle agenzie di avere tutti i servizi che servono, mettendo a confronto più fornitori in un unico sito».

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