venerdì, 19 Aprile 2024

Il Mibact compra Museo Ginori. Franceschini: impegno mantenuto

Il Mibact ha comprato il Museo Richard Ginori della Manifattura di Doccia di Sesto Fiorentino, testimonianza di una delle prime manifatture di ceramica e porcellana europee.

“È un impegno mantenuto, salvata una collezione eccezionale, che è parte fondamentale del patrimonio italiano”, ha annunciato il ministro Dario Franceschini.

L’immobile è stato pagato 700 mila euro, un prezzo inferiore alle valutazioni fatte dall’Agenzia del Demanio e dal Tribunale di Firenze.(segue).

L’operazione non ha rilevanza soltanto sul piano culturale: il salvataggio del Museo, attualmente in stato di abbandono, è uno dei tasselli del progetto di rilancio dell’azienda, che dopo il fallimento del 2013 è stata rilevata dal gruppo Kering.
Lo stabile, fanno notare dal ministero, è stato comprato alla fine ad un prezzo più basso rispetto alle stime fatte in precedenza dal demanio e dal tribunale. Entro 120 giorni poi passeranno al Mibact anche le preziose collezioni del museo, con una cessione resa possibile dalla legge che prevede la possibilità di pagare le tasse con opere d’arte.
Voluto dal marchese Carlo Ginori, che già dal 1737 aveva deciso di allestire uno spazio espositivo, il Museo di Doccia è collocato accanto alla fabbrica di Sesto: l’edificio attuale è stato inaugurato nel 1965. La collezione comprende più di diecimila tra ceramiche e modelli. Fra le opere più significative, la Venere dei Medici che riproduce la statua della Tribuna della Galleria degli Uffizi, e il Camino coronato dalle riduzioni delle Ore del Giorno e della Notte delle tombe medicee di Michelangelo. Ma sono da segnalare anche i pezzi disegnati da Giò Ponti (circa 400), in un percorso che arriva fino al servizio di bordo ‘Linea 72’ disegnato da Joe Colombo per Alitalia.
Con l’acquisto da parte dello Stato il museo Ginori verrà affidato ora al Polo museale della Toscana, e quindi, assicura Franceschini, “entrerà a pieno titolo nel sistema nazionale dei musei che si occuperà della sua tutela e della sua valorizzazione”.
Il sindaco di Sesto Lorenzo Falchi rilancia l’idea di “una fondazione mista pubblico-privati con soggetti istituzionali e soggetti del territorio” per la gestione. Della stessa opinione è anche lo storico dell’arte Tomaso Montanari, che applaude all’acquisto fatto dallo Stato.

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