Gli albergatori di San Gimignano hanno deciso di attuare una declassificazione delle proprie strutture al minimo livello di una stella per dar voce alla loro protesta sull’applicazione della tassa di soggiorno. La Federalberghi San Gimignano, pur riconoscendo all’amministrazione comunale una buona attività di concertazione con tutte le associazioni, le rimprovera di aver interrotto le trattative al momento di determinare l’importo e i criteri di tassazione che si attestano come segue: 0,75 euro (1 stella), 1,50 euro (2 stelle, affittacamere, agriturismi, b&b, case vacanza), 2 euro (3 stelle), 2,50 euro (4 stelle), 3 euro (5 stelle) per un massimo di 10 giorni.
Gli albergatori si sentono penalizzati da come è stato applicato l'estratto dall'articolo 4 del del d.lgs. n.23/2011, che definisce il calcolo dell'importo della tassa di soggiorno “secondo criteri di gradualità in proporzione al prezzo, sino a 5 euro per notte di soggiorno”. Secondo Federalberghi, la direttiva è stata interpretata come una automatica corrispondenza tra prezzo e classificazione della licenza alberghiera, ignorando che, grazie alla completa liberalizzazione degli importi e dei servizi, i prezzi praticati e i servizi offerti degli alberghi si possono equiparare con tutte le altre licenze ricettive: motel, villaggi-albergo, residenze turistico-alberghiere, villaggi turistici, alloggi agro-turistici, affittacamere, case e appartamenti per vacanze, case per ferie, residenze d'epoca.
Federalberghi, dunque, chiede non solo di usare la stessa cifra per ogni tipo di licenza, ma anche di contenere l'importo su livelli ragionevoli, giudicando comunque la tassa di soggiorno una cattiva scelta economica, una tassa indiretta che penalizza soprattutto chi è più fedele alle destinazioni turistiche. Per gli albergatori di San Gimignano la tassa potrebbe generare un effettivo dissuasivo nella scelta sui pernottamenti a vantaggio di altre mete turistiche, incrementando di fatto la percentuale (85%) del turismo mordi e fuggi.