Riceviamo e pubblichiamo una nota di Fiavet Toscana sull’aumento del ticket monumenti dell’Opera del Duomo di Firenze.
“L’Opera di Santa Maria del Fiore annuncia che dal primo marzo 2018 il biglietto di ingresso ai suoi monumenti (Cupola del Brunelleschi, Campanile di Giotto, Cripta di Santa Reparata, Battistero e Museo dell’Opera del Duomo) passerà dagli attuali 15 euro a 18. Un aumento di 3 euro che sarà compensato da un’estensione temporale: i biglietti saranno validi per 72 ore, dalla prima timbratura, invece delle attuali 48. Restano invariate le politiche sui biglietti ridotti; a giustificazione di questa scelta, l’Opera del Duomo ha comunicato l’intenzione di “incoraggiare il turismo a media e lunga permanenza rispetto a quello mordi e fuggi.” Ecco un esempio di come non si dovrebbe agire. E di come adottare provvedimenti che porteranno a risultati opposti a quelli che si dichiara voler perseguire. Si parla di voler scoraggiare il turismo ‘mordi e fuggi’, battaglia che trova tutti d’accordo. Ma c’è qualcuno che pensa di raggiungere lo scopo saltando qualsiasi rapporto con la filiera (internazionale) del turismo organizzato, che invece non improvvisa cambiamenti che entrano in vigore un mese dopo, ma pianifica e programma in anticipo. Questo aumento andava annunciato a luglio scorso, oppure avrebbe dovuto entrare in vigore a gennaio 2019; i promoter/organizzatori turistici, infatti, come possono recepire positivamente un cambio di rotta tanto repentino?
“Sono mesi che Fiavet Toscana – fa notare Pier Carlo Testa, presidente di Fiavet Toscana – va ripetendo ai manager dell’Opera del Duomo che qualsiasi provvedimento (come un aumento del ticket) deve essere preso per tempo prima di entrare in vigore, in modo da poter organizzare i flussi turistici proponendo regole valide poi per tutta la stagione. Così accade in tutte le grandi istituzioni museali del mondo. Da noi prevale su tutto l’improvvisazione, nel migliore dei casi. L’improvvisazione delle regole è il terreno ideale per lo sviluppo del turismo low cost, dove ognuno adotta il last minute come criterio di scelta”.
Sullo sfondo resta la necessità, e non solo per l’Opera del Duomo, di definire un progetto di più lungo respiro, che individui strategie e tempi per elevare il livello qualitativo dell’esperienza che si offre. Si parla molto, e giustamente, di sostenibilità del turismo e della conseguente necessità di governare i flussi. Occorre individuare le fasce di mercato cui ci si vuole rivolgere e poi predisporre modalità e filtri per assumere il controllo degli accessi per poter quindi pianificare i flussi, cercando di realizzare tutte le possibili destagionalizzazioni, cercando nuovi mercati di riferimento. Come principale associazione di categoria per tour operator, chiediamo alla direzione dell’Opera di ripensare la decisione e farla entrare in vigore dal 2019 ed inoltre rinnoviamo la richiesta di un incontro per un proficuo scambio di idee”.