sabato, 18 Maggio 2024

Negative le previsioni per Pasqua in Toscana

Secondo la Confcommercio il 40% dei toscani non farà vacanze

A pochi giorni dalla Pasqua, le ultime analisi della Confcommercio Toscana evidenziano che il 40% dei toscani non farà vacanze e che il 15% non ha ancora deciso. Tra quelli che non partiranno il 29% rinuncia alla vacanza per mancanza di soldi, mentre il 32% perché ha scelto un altro periodo dell’anno, il 24% perché non ha ferie e il 15% per motivi personali. Ma anche il 45% degli intervistati che dichiara di voler passare 1 notte fuori casa non contribuirà necessariamente alle casse degli operatori del turismo, visto che il 32,4% pernotterà da parenti e amici, e il 23,5% in case di proprietà. Solo il 38,2% prenoterà una stanza in hotel, e gli altri si orienteranno per più economici b&b o case vacanza. Tra le destinazioni preferite al top restano sempre le città d’arte, con in media 2 notti di pernottamenti per nucleo familiare, e una spesa media di 200 euro a persona. La campagna, invece, è meta di un turismo familiare meno mordi-e-fuggi: si va dai 4 ai 7 giorni.
“Le previsioni – dice Paolo Corchiam presidente della Consulta regionale del Turismo Confcommercio e di Federalberghi – non sono rosee, soprattutto per la costa. Al mare le prenotazioni ad oggi riguardano solo 1/3 delle camere disponibili. Niente tutto esaurito negli hotel, anche se gli albergatori sperano nel last minute del turismo interno”. Bene le strutture di lusso, mentre nel complesso il 56,4% degli operatori intervistati teme una diminuzione di presenze e di introiti rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e il 38,5% non prevede differenze tra 2011 e 2012. Anche per la stagione estiva 2012 il 53,8% si attende un peggioramento rispetto allo scorso anno.
“La Pasqua bassa come quest'anno non dà certo una grande spinta di inizio stagione. Aggiungiamo il clima di recessione e gli aumenti che hanno eroso il potere d'acquisto delle famiglie e il quadro è fatto. I turisti stranieri aiutano le presenze, ma anche loro, come gli italiani, hanno iniziato a limitarsi a spuntini veloci. Adesso però, più che cercare di tamponare gli effetti di una crisi internazionale, dovremmo discutere su modelli alternativi della gastronomia, della ristorazione e, quindi, del consumo”, aggiunge Aldo Cursano, presidente regionale e vicario nazionale Fipe. 

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