Nei giorni scorsi la Provincia autonoma di Trento è stata in Tanzania, nel parco dei monti Udzungwa dove, con l’assessora alla cooperazione internazionale Sara Ferrari, e il Muse-Museo delle Scienze di Trento, con il suo direttore Michele Lanzinger, hanno inaugurato un nuovo centro per i visitatori. Il Muse, con il suo centro di monitoraggio sui monti Udzungwa, è l’unico museo italiano ad avere una sede permanente all’estero.
Adesso la presenza trentina si arricchisce di una nuova struttura, un edificio dedicato alla presentazione di questo angolo di Africa e un’aula didattica: entrambe al servizio degli ecoturisti, degli studenti e dei ricercatori che periodicamente visitano il parco, ma anche delle popolazioni locali.
“La Provincia – ha detto Ferrari – sostiene con convinzione sia le attività di ricerca del Muse, il cui apporto alla conoscenza della biodiversità degli Udzungwa è stato determinante. Lo facciamo perché siamo convinti che il Trentino delle eccellenze culturali e scientifiche, il Trentino che grazie all’Autonomia ha saputo emanciparsi dalla povertà, possa e debba misurarsi con la complessità del mondo globalizzato, creando occasioni di confronto, di scambio, di sperimentazione che possono poi tornare utili anche a casa nostra”.
Parole che hanno trovato una puntuale corrispondenza nell’interesse manifestato dal ministro Asunga per l’esperienza del Trentino sul versante del turismo sostenibile, considerato che la Tanzania è uno dei paesi africani con il patrimonio ambientale e faunistico più ricco.
“Nel nostro museo, a Trento – ha ricordato Michele Lanzinger – c’è una serra tropicale che è stata già visitata da qualche milione di persone. Questa struttura riproduce in piccolo, nel cuore delle Alpi, l’ambiente dei monti Udzungwa. Più d’uno si sarà chiesto il perché di questa scelta, ed è presto detto. Noi siamo convinti che il ruolo di un museo della scienza moderno, oggi, sia anche questo: fare ricerca, esplorare nuovi percorsi, creare sinergie. Ma una realtà così non si tiene in piedi senza un rapporto solido con il territorio, con le associazioni e le autorità locali, con le scuole, con i capivillaggio. Questo spiega la realizzazione di tutta una serie di attività che grazie dal nuovo Centro visitatori non potranno che rafforzarsi”.
Un contributo importante alla crescita del rapporto fra Trentino e Tanzania arriva dal lavoro delle associazioni trentine, supportate nei loro sforzi dalla Provincia. Negli Udzungwa in particolare sono Mazingira, promossa dagli stessi ricercatori del Muse, Nadir, che raggruppa professionisti provenienti da diverse aree, che hanno deciso di mettere un po’ delle loro competenze al servizio degli altri (in Tanzania ma anche ad esempio in Etiopia), e Docenti senza Frontiere. I progetti realizzati nella valle del Kilombero e sui monti Udzungwa hanno a che fare in primo luogo con il rapporto, a volte complicato, fra una realtà come il parco, con le sue regole, e i suoi divieti, e le comunità locali. Uno dei problemi, qui come altrove in Africa, è quello della deforestazione: la fonte principale dell’energia per cuocere i cibi o scaldarsi infatti è la legna.