La Valle d’Aosta a dicembre ha moltissimo da offrire ai viaggiatori curiosi, agli amanti dell’arte e alle famiglie. Che sia nel cuore di una città antica come Aosta, nelle sale di un castello medievale, tra i dolmen megalitici o in museo dotato di attrezzature di ultima generazione, ciò che unisce questi appuntamenti è l’originalità e la varietà delle proposte. Per tutto il mese si alternano laboratori creativi dedicati all’Aosta romana e preistorica, balli in costume nei manieri, esposizioni d’arte che uniscono il passato ai linguaggi più contemporanei.
Tra i protagonisti assoluti dell’inverno in Valle d’Aosta c’è l’Area megalitica, recentemente riaperta dopo un’operazione di rinnovamento: un gioiello archeologico che propone un’immersione fisica nel passato, al cospetto di tumuli funerari, dolmen e stele di pietra dal profilo umano, che raccontano una storia che parte dal 4000 a.C. Qui i bambini dai 6 ai 12 anni possono imparare, attraverso la manualità e la creatività, le origini della storia umana. A partire dal laboratorio “Nei panni di un salasso” (6 dicembre), che permette di immedesimarsi nella vita quotidiana di un antico abitante di Aosta. Il mito del passaggio tra la vita e la morte rivive invece in “Il mio obolo a Caronte” (13 dicembre), laboratorio di incisione del metallo per creare la propria moneta personale. Con l’atelier “Luci dal passato” (20 dicembre) si conoscono meglio le lucerne, antiche lampade ad olio dal profondo significato simbolico, mentre “Il colore del vetro” (27 dicembre) punta sulla creatività e le tonalità accese di un materiale versatile come pochi.
Ci si sposta invece al castello Sarriod de la Tour, a Saint Pierre, a pochi km dal capoluogo, per l’esperienza “Personaggi fantastici al castello” (9 dicembre): nel corso di una visita guidata bambini e genitori possono creare, con l’argilla ed elementi naturali, creature fantastiche ispirate a quelle che si trovano nel salone quattrocentesco: ibridi umani e animali, draghi, sirene.
Una scatola di cartone si trasforma in una macchina fotografica. Al Castello Gamba, sabato 30 dicembre, dalle 15.00 alle 17.00, la fotografa valdostana Sophie-Anne Herin propone un atelier di costruzione di una camera stenopeica per aspiranti fotografi di età compresa tra i 6 e i 12 anni. È invece più in tema natalizio il laboratorio “Dalla natura all’arte” (8 dicembre), per un pubblico dai 5 agli 11 anni: vengono raccontate le tecniche di lavorazione della lana, con cui si imparano a realizzare addobbi per le Festività.
La Valle d’Aosta è intessuta di storia, e sono molti i percorsi di scoperta originali che fanno luce su chi eravamo, interpellando la nostra immaginazione. A partire dal Natale di Aosta, da intendere letteralmente come il compleanno della città fondata nel 25 a.C. Da alcuni anni gli studiosi sono riusciti a fissare il giorno esatto, che coincide con il solstizio d’inverno. Il 21 dicembre, infatti, accade una magia: tra le 10.48 e le 10.52 il sole spunta da dietro i monti e illumina perfettamente l’antico Cardo Maximus, oggi via Croce di Città. I romani hanno misurato il percorso della luce per progettare e costruire una nuova città orientandola al solstizio d’inverno. Un omaggio ad Augusto, a cui era associato il simbolo del Capricorno, collegato alla fine delle tenebre invernali e al trionfo della luce. Anche nel 2023 l’appuntamento è a partire dalle 10.30, per ammirare il fenomeno solare, prima di entrare nella Chiesa Valdese di fronte all’antica fontana di via Croce di Città. Qui un’orchestra composta da ragazzi con disabilità darà vita a un concerto dedicato alle armonie celesti, per festeggiare insieme questa data emblematica.
Indossando un comodo visore VR si viene teletrasportati in un passato misterioso e remoto. L’Area Megalitica di Aosta racconta le nostre radici affidandosi a una strumentazione di ultima generazione: è un viaggio alla scoperta dell’Aosta pre-romana, abitata da una popolazione che solo recentemente abbiamo imparato a conoscere meglio. Sabato 16 dicembre (alle 11 e alle 16.30) i visitatori potranno osservare da un punto di vista nuovo i reperti custoditi nel museo, e comprendere meglio come doveva apparire quest’area in un’epoca così distante dalla nostra, fino a seimila anni fa.
Due manieri, due appuntamenti dall’atmosfera fiabesca per chiudere l’anno. La Compagnia italiana di Teatro e Danza anima le visite guidate con danze in costume ottocentesco: un turbine di crinoline, abiti vaporosi di velluto e raso e frac eleganti che ci riporta indietro nel tempo. I balli si svolgeranno sabato 30 dicembre (in diversi turni a partire dalle 14 alle 18) nello scenografico castello di Aymavilles, recentemente ristrutturato, dove sono custoditi gli oggetti della collezione dell’Académie Saint-Anselme, e domenica 31 dicembre (dalle 10 alle 13) al Castello Reale di Sarre, dimora estiva dei Savoia.
Un’esperienza sui generis: i visitatori di un museo diventano parte di una sperimentazione legata al museo stesso. Il MAR – Museo Archeologico Regionale – ha deciso, prima di intraprendere una massiccia e ambiziosa opera di ristrutturazione in vista del 2025, di testare i suoi allestimenti, per comprendere come meglio raccontare il passato racchiuso tra queste mura. Nasce così Meta-MAR, un cantiere in costante metamorfosi, che apre alla città e ai turisti il suo patrimonio in una modalità partecipata e condivisa da tutti, ottenendo preziosi feedback dai visitatori. È l’occasione di confrontare approcci didattici, sperimentare prototipi e linguaggi differenti in un ambito come quello museale, impegnato ad elaborare sempre nuove soluzioni per raggiungere e conquistare il pubblico.
Un’esposizione mette in rilievo lo stretto legame di parentela tra la scultura medievale e quella contemporanea. Siamo al Castello Sarriod de La Tour di Saint-Pierre, che dal 6 dicembre accoglie “Imagines Pietatis. La scultura senza tempo” di François Cerise, uno dei protagonisti indiscussi della scultura tradizionale valdostana del Novecento, scomparso nel 2020.
Il legame tra passato e presente è l’imago Pietatis, soggetto apprezzatissimo in tutta Europa soprattutto nel XV secolo, e particolarmente amato da Cerise. Le sue opere sono ricavate da pezzi di recupero, travi dei tetti, architravi di camini secolari e ceppi di campane, le sue figure esprimono la quotidianità della montagna e l’universalità della condizione umana. Le sculture dialogano con i capolavori della scultura lignea quattrocentesca, le mensole della Sala delle feste, i pannelli lignei provenienti da Introd e soprattutto il Compianto sul Cristo morto di Jean de Chetro, a cui si accosta, per sensibilità, la Pietà di Cerise.
Un’esposizione e un appuntamento al Castello Gamba celebrano la capacità di tessere relazioni e unire la comunità di fronte alle avversità, per dipanare il dolore e ricomporlo in una forma più “umana”. Innanzitutto la mostra Rammendi Ambientali. Riparazioni simboliche nell’arte contemporanea, visitabile fino al 4 febbraio 2024: un progetto ideato da Gabriella Anedi con l’Associazione AdArt, che ha impegnato vari artisti nel tentativo di ristabilire un rapporto empatico con ambienti “feriti” del territorio valdostano. Uno degli artisti partecipanti, Daniele De Giorgis, propone un incontro che parte da una sua opera, Suture-Fil Rouge, per trarre ispirazione dalle lacerazioni provocate dall’alluvione che sconvolse la Valle d’Aosta nel 2000: l’appuntamento è il 28 dicembre, alle 15.30, il focus è sulla relazione con un ambiente violato. Un percorso al tempo stesso etico ed estetico.
La fotografa aostana Sophie-Anne Herin propone un appuntamento dedicato alla fotografia, da un punto di vista originale e molto “pratico”: venerdì 29 e sabato 30 dicembre, alle 10, si approfondiscono le “Tecniche del mosso”. L’accento è sull’uso del tempo di scatto, mediato dall’analisi dei lavori di diversi autori, alternato ad esercitazioni pratiche, per imparare come dare l’illusione del movimento anche attraverso uno scatto istantaneo.
Per maggiori informazioni: https://valledaostaheritage.com/whats-on/