Marguerettaz e Grosjean discutono su unico marchio territoriale

“Riguardo alla decisione di dotarsi di un marchio ‘ombrello’, la parte grafica e creativa è secondaria. L’aspetto principale è definire con correttezza il brand territoriale, ossia la filosofia cui vogliamo tendere e interpretare una strategia per poi comporre un marchio. L’aspetto grafico sarà successivo. È ovvio che, sia che si parli di cultura, di enogastronomia o di sport, bisogna innanzitutto cercare di anteporre il nome Valle d’Aosta a tutto il resto”. Ad affermarlo Aurelio Marguerettaz, assessore regionale al turismo, rispondendo in aula ad un’interpellanza di Vincent Grosjacques (Uvp). 

“Uno studio condotto dall’Università della Valle d’Aosta  – ha aggiunto – ha censito 95 marchi presenti sul territorio: all’interno di questi marchi c’è di tutto, ma una costante è che sono ragionevolmente sconosciuti o conosciuti a macchie. Per esempio, ci sono Comunità montane che hanno al loro interno marchi che sono in contraddizione l’uno con l’altro”.

Per Marguerettaz, “non sarà così facile convincere tutti i Comuni, perché alcuni ritengono che la loro reputazione sia superiore al marchio Valle d’Aosta, sarà fondamentale la parte di studio durante la quale saranno coinvolti tutti gli Assessorati, la Chambre, le associazioni e tutti i soggetti istituzionali al fine di creare un percorso di condivisione che sia inclusivo per poi realizzare un impianto per cui chi vi aderirà avrà dei sicuri vantaggi”.

“La creazione di un nuovo marchio è sempre un problema perché genera confusione. In Valle d’Aosta abbiamo dei marchi già conosciuti e anche molto belli che forse sarebbe meglio utilizzare piuttosto che elaborarne uno nuovo per il quale si andranno a spendere 90 mila euro di grafica. Io sarei per lavorare piuttosto sulla parte della delibera che prevede la stesura dei disciplinari e del regolamento d’uso, al fine di inquadrare tutto il sistema”, ha detto Grosjean.

 

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