Affitti brevi e dimore storiche: l’ospitalità a breve termine incontra la cultura

Il Castello di Roncade ha ospitato il convegno ‘Affitti brevi: la ricaduta economica del turismo culturale sul territorio. Overtourism vs Turismo delle Radici’, promosso dall’Associazione Dimore Storiche Italiane ADSI, sezione Veneto nell’ambito del ciclo di convegni nazionali patrocinati dal Ministero della Cultura su ‘La valorizzazione ed il sostegno dei Beni Culturali privati’.

Partecipando all’evento, l’assessore regionale al Turismo, Federico Caner ha sottolineato come “nel 2023 il turismo veneto ha raggiunto il record di oltre 71 milioni di presenze e 20 milioni di arrivi, superando i dati pre-pandemia. Nei primi nove mesi del 2024, il trend positivo è proseguito, con un aumento dell’1,4% di presenze e dell’1,6% di arrivi​. Questo successo ci richiama a un compito cruciale: garantire un turismo sostenibile e responsabile che valorizzi il territorio senza comprometterne l’integrità e la vivibilità. Degli oltre 71 milioni di pernottamenti, circa 41 sono registrati nelle strutture extralberghiere e gli affitti brevi hanno ormai un peso molto rilevante, elemento su cui è necessario riflettere”.
L’assessore si è poi soffermato su un interessante progetto regionale, “Italea Veneto, un’iniziativa che si inserisce nell’Anno delle Radici Italiane nel Mondo 2024 e che punta a valorizzare il patrimonio culturale legato all’emigrazione attraverso itinerari tematici, eventi e attività che promuovono borghi storici, ville venete, dimore storiche e tradizioni locali, attraendo visitatori interessati a conoscere le proprie radici. Tutte queste attività non solo offrono nuove opportunità economiche, ma rafforzano il senso di appartenenza e identità culturale tra i veneti e i loro discendenti nel mondo”.

Il presidente ADSI Veneto, Giulio Gidoni ha spiegato che «l’overturismo e il problema degli affitti brevi hanno due genesi differenti. Senza dubbio l’aumento dei prezzi ha influito sulla crescita della richiesta di affitti brevi. In tutto ciò è imprescindibile immaginare a “breve termine” una legislazione specifica sul fronte delle dimore storiche data la loro peculiarità». D’altronde, ha continuato Gidoni, il ruolo di ADSI è quello di «tutelare e valorizzare ciò che è il passato, in quanto custodi di case, ville, giardini che racchiudono secoli di storia, volgendo però lo sguardo verso il futuro di questi beni preziosi per le generazioni che verranno».

Federica Calcaterra, responsabile della comunicazione Airbnb Italia ha voluto far sapere quanta affinità ci sia con ADSI e come, dopo il progetto lanciato insieme due anni fa in diverse parti del mondo, Airbnb abbia sviluppato collaborazioni analoghe a questa, considerata una best practice nel suo genere. Le Dimore Storiche rappresentano infatti un’opportunità di diversificazione dei flussi turistici e di conseguenza un’opportunità economica per i territori in cui si trovano. Nel 2024 si è confermato il trend positivo del turismo delle radici: sono circa 45.000 gli annunci Airbnb in Europa appartenenti alla categoria Dimore Storiche, e poco meno del 70% si trova in aree extraurbane. La sfida all’overtourism è una sfida complessa, che può essere affrontata con successo solo grazie alla stretta collaborazione tra settore pubblico, settore privato e terzo settore: piattaforme come Airbnb rappresentano un importante strumento di visibilità e anche un’opportunità di guadagno per i privati con un’indubbia ricaduta sul territorio.

“Il tema degli affitti brevi – ha aggiunto Giacomo di Thiene, presidente nazionale ADSI – è complesso e va guardato da più punti di vista: quello dei luoghi travolti dalle masse di turisti (overtourism) e quello delle aree interne dove i turisti potrebbero portare nuovo sviluppo sostenibile nel medio e lungo termine. La questione va affrontata con la consapevolezza che la soluzione si trova all’interno di una progettualità, e non con la risposta ad un’emergenza, a maggior ragione se si ricorda che la cultura ha la capacità di combinare fattori di sviluppo tradizionali con quelli più soft, che fanno riferimento a condizioni intangibili che tendono a favorire la qualità della vita, le istituzioni, l’identità, i valori culturali della comunità». «Sviluppare turismo – ha concluso – anche attraverso l’ospitalità a breve termine, in luoghi che custodiscono la tradizione culturale italiana, credo possa costituire una risorsa per il Paese, un modo per influenzare il futuro del mondo in un dialogo continuo con il passato. Questo, assieme ad una nuova strategia di sviluppo dei centri storici e alle necessarie riforme normative in materia di affitti a lungo termine, riteniamo possa salvaguardare anche i centri storici vandalizzati nel loro tessuto sociale dalle masse di turisti. Non è con i dinieghi che si risolvono i problemi, ma offrendo alternative e prospettive di sviluppo”.

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