Iva al 23% per chi paga in contanti negli alberghi: per il presidente di Federalberghi Veneto Marco Michielli è l’“incubo di una notte di fine estate. Leggo con sgomento che sarebbe sul tavolo del Governo l’ipotesi di un aumento selettivo dell’Iva, dal 10% al 23%, per reperire risorse e che il provvedimento riguarderebbe alcuni settori affermati a maggior rischio di evasione – dice Michielli – Sembra il parto di un quarto d’ora di follia da archiviare come effetto dell’ultimo solleone estivo, che sta però gettando nel panico tutti gli operatori che rappresento. Nel prosieguo di questa follia si evince che la maggiore Iva graverebbe solo su chi pagherà in contanti, mentre chi lo farà con carta credito riceverebbe un rimborso dell’imposta versata in più”.
Il presidente di Federalberghi Veneto smonta punto per punto quello che definisce un ‘delirante intento’. “Mi preme far osservare all’incauto estensore che includere gli alberghi tra le imprese a maggior rischio di evasione indica quantomeno una scarsa conoscenza delle dinamiche burocratiche e di controllo cui sono sottoposte. Gli alberghi sono controllati sostanzialmente da tutti i corpi dello Stato, a partire dalle Questure, quando depositano i documenti dei clienti, per continuare con i Comuni, quando trasmettono l’imposta soggiorno, per finire con la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle entrate, a consuntivo – spiega Michielli – Inoltre, sempre l’incauto estensore ignora che oramai il pagamento negli hotel è effettuato al 90% con carta elettronica. Il provvedimento annunciato, quindi, creerebbe solo un’inutile complicazione: quella di dover ricostruire il sistema di compensazione.
Faccio notare inoltre che grossomodo il 50% dei clienti che soggiornano in hotel è straniero: come si pensa di ricompensare la maggiore imposta pagata dai turisti che risiedono all’estero? Credo che, con questo tipo di discriminazione su base nazionale, il provvedimento non passerebbe il minimo vaglio europeo – prosegue Michielli – è amaro constatare che tutto questo sta succedendo nell’anno che vede la prima flessione del mercato turistico, dovuta agli alti prezzi che le imprese sono costrette ad applicare proprio per effetto delle maggiori spese di gestione e dell’alto costo del lavoro. Altroché nuovi carichi: dal Governo ci aspettiamo sgravi e il taglio del cuneo fiscale”.