Nuove regole per l’agriturismo, Michielli annuncia battaglia

“Uno spettro si aggira per il Veneto: è la lobby degli agricoltori, la più influente nella nostra regione”. Così il  presidente di Confturismo Veneto Michielli contro il nuovo impianto di regolamentazione degli agriturismi.
Al centro del contendere, la modifica della Legge quadro 28/2012 che regola le attività turistiche legate al settore primario. Un ‘ritocco’ che rischia accrescere un regime di concorrenza tutt’altro che leale tra il mondo del turismo e quello dell’agriturismo, grazie alla fiscalità agevolata di quest’ultimo. non possono esserci imprenditori di serie a e di serie b.
Il parere della sesta commissione del Consiglio Regionale del Veneto, a quanto si apprende, ha ultimato il lavoro fissando un tetto massimo al numero di posti letto attivabili in un agriturismo, estendendo la possibilità di ospitare i villeggianti anche alle aziende di eno/oleoturismo. Il prossimo passaggio avverrà in terza commissione.
“La misura è colma – avverte Michielli – Le nostre imprese faranno fronte comune per evitare sperequazioni e privilegi a senso unico. Nulla contro i veri agriturismi, che consideriamo un’offerta alternativa importante, ma non possiamo accettare il rischio (reale) che si producano fenomeni di abusivismo, stante la solita italica impossibilità di effettuare i dovuti controlli”.
Insomma, Confturismo Veneto promette battaglia, certamente in difesa delle 17mila imprese rappresentate, ma anche dei consumatori che hanno diritto di essere tutelati contro falsi agriturismi.
“Pro bono pacis, abbiamo accettato di portare da 60 a 3 le nostre osservazioni – ricorda Michielli – Eccole: non più di 45 posti letto per agriturismo, dai 30 attuali e dai 60 che erano richiesti (la media degli hotel del Trevigiano è di 57). Già con i 45 arriveremmo in teoria a 25mila posti letto in più, superiori a quelli della ricettività alberghiera di una città come Verona. Abbiamo accettato che gli agriturismi possano esercitare l’asporto, ma non la consegna a domicilio dei pasti, oltre alla possibilità per questi di somministrare cibi in sagre e fiere, se patrocinate dalla Regione Veneto, ma non possiamo accettare che facciano catering”.
“Con il nuovo impianto una parte di materie prime acquistate sul libero mercato, che già oggi arriva al 35% del totale, potrebbe venir aumentata fino al 50% – spiega – Si ipotizza anche che mentre per metà prodotto si debba utilizzare materia prima aziendale, per l’altra metà si possano acquistare prodotti dalla grande distribuzione e da aziende artigianali ubicate in Regione. Questo non può andare bene”, sottolinea Fipe Veneto, con il presidente Paolo Artelio.
“Troviamo intempestivo e decontestualizzato dall’attuale stato in cui versa il settore turistico l’aumento della ricettività negli agriturismi. La mediazione dell’assessore regionale Caner a 45 posti letto può essere ricevibile, ma solo se vincolata al recupero di edifici esistenti, cosa che però nell’attuale modifica al Pdl non è presente”, ha aggiunto Massimiliano Schiavon,  presidente Federalberghi Veneto.
“Stessi onori, stessi oneri, a cominciare da fisco e burocrazia. Oggi gli agri-campeggi hanno un tetto di 30 ospiti; vogliono innalzarlo 60. Chiedono di aumentare il numero di piazzole e di edificare nuove strutture (ad esempio bagni o aree benessere) senza dover mettere mano alla destinazione d’uso dei terreni. A nostro parere inoltre gli alloggi installabili, per chiarezza verso i turisti, dovrebbero essere identici per tipologia e denominazione a quelli previsti per le nostre strutture”, ha concluso il presidente di Faita-Federcamping Nordest, Alberto Granzotto.

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