In Veneto sarà possibile edificare ‘stanze panoramiche’, piccole costruzioni vetrate in alta quota. Lo prevede una legge approvata dal Consiglio regionale con i voti della maggioranza (35 voti a favore e 9 contrari), che le inserisce tra le nuove tipologie di ‘struttura ricettiva in ambiente naturale’.
Il testo prevede che le ‘stanze’ possano essere costruite anche sopra i 1600 m di altitudine, dove finora le norme urbanistiche ammettevano solo la presenza di bivacchi, rifugi e malghe. Dovranno comunque rispettare determinate condizioni: potranno essere al massimo due per Comune e avranno al massimo due posti letto per stanza, dovranno essere realizzate in “vetro e legno o altro materiale, anche innovativo, ecosostenibile o comunque di basso impatto”, saranno collocate stabilmente sul suolo ma “facilmente rimovibili”, e a non più di 100 metri in
linea d’aria da una stazione di impianto a fune o da una struttura ricettiva esistente, raggiungibile tramite la viabilità già esistente.
Rispetto alla proposta di legge inizialmente presentata dalla Giunta a ottobre 2022, poi licenziata in commissione nel novembre scorso con un voto che aveva diviso la maggioranza, il via libera è stato raggiunto grazie ad alcuni emendamenti presentati dalla presidente della commissione Turismo, Francesca Scatto (Lega). Non sono stati accolti invece altri emendamenti presentati dalle opposizioni, che intendevano limitarne superficie e altezza, vietarne la collocazione nelle aree protette e nei parchi regionali e nazionali, e normarne in modo
stringente l’impatto luminoso, acustico, ambientale e su fauna e avifauna.
Saranno le amministrazioni comunali (86 i Comuni di montagna sopra i 1600 metri) ad autorizzare le nuove strutture ricettive, in deroga alla normativa urbanistica ma comunque nel rispetto del Codice dei beni culturali e del paesaggio. L’ipotesi iniziale prevedeva 4 stanze di lusso (8 posti letto) sopra i 1600 metri e un massimo di due camere.
(photo credits @ANSA)