martedì, 26 Novembre 2024

Nel territorio ibleo trincee e bunker del ’43 nuova attrazione turistica?

Un parco storico nei siti dello sbarco che ricadono nel territorio ibleo. È questo l’obiettivo dell’Associazione Culturale Lamba Doria – sezione Ragusa che punta a preservare ciò che è rimasto per le future generazioni anche sotto un aspetto di promozione del territorio, con la creazione di un percorso di “Luoghi della Memoria”, perché sempre più persone, attratte dalla bellezza dei luoghi e dall’interesse per la storia, come già avviene all’estero, iniziano ad avvicinarsi a questo genere di turismo culturale.

“Intanto – afferma Salvatore Marino, referente per Ragusa dell’Associazione Lamba Doria su ondaiblea.it – abbiamo segnalato alle competenti autorità il degrado in cui versa la trincea a ridosso di via Ammiraglio Rizzo, che oggi rischia seriamente di essere definitivamente distrutta, essendo interessata da opere di urbanizzazione”. Dal canto suo, l’amministrazione comunale di Ragusa, ad esempio, ha avviato i lavori di pulizia delle trincee sul lungomare Bisani, a Marina di Ragusa.

La provincia di Ragusa, così come quella di Siracusa e di Caltanissetta, fu tra le prime in Sicilia ad essere investite dall’operazione “Husky”, durante la Seconda Guerra Mondiale, perché mentre la storiografia ufficiale indica il 10 luglio 1943 quale data dello sbarco angloamericano, il territorio di questa parte della Sicilia fu interessato già la notte precedente. I soldati italiani, schierati nei tanti capisaldi della provincia, infatti, ancor prima dell’arrivo delle truppe della 45^ Divisione di Fanteria U.S.A. sbarcata a Scoglitti e a Punta Braccetto, subirono l’improvvisa incursione dei paracadutisti statunitensi, lanciati nell’entroterra, alle spalle delle postazioni italiane.

“Ciò che avvenne tra il 9 ed il 10 luglio 1943 è una dolorosa pagina di storia ancor oggi sconosciuta ai più – afferma Salvatore Marino -. Anche per questo è importantissima la tutela delle postazioni militari, oggi in totale abbandono, nonostante siano le uniche testimonianze fisiche di quel triste passato e fungano anche da monito per le future generazioni. Mentre in altre parti d’Europa il patrimonio storico legato agli eventi bellici si recupera, si tutela e si valorizza, in Italia siamo molto indietro. Il patrimonio storico della Prima Guerra Mondiale è tutelato da un’apposita legge – conclude Marino – ma nulla si sta facendo per quanto concerne la Seconda Guerra Mondiale. Trincee, bunker ed ogni altra tipologia di postazione difensiva sono ridotte a latrine, stracolme di rifiuti di ogni genere, nonostante siano tutelate “opelegis”essendo state realizzate da più di 70 anni orsono”.

 

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