venerdì, 22 Novembre 2024

Estate, Assoturismo conferma boom: bene italiani, ma trainano flussi stranieri

Estate 2017 superiore alle attese. Tirano un sospiro di sollievo gli operatori turistici stando a sentire i risultati dell’indagine realizzata dal Centro Studi Turistici, per conto di Confesercenti-Assoturismo. Su un campione di 2.350 strutture ricettive, complessivamente, quest’estate si è registrato un aumento di oltre 7,6 milioni di pernottamenti (+3,7%) e di oltre 1,9 milioni di arrivi (+4,1%). Una performance che ha spinto ad assumere: il 15,8% delle imprese intervistate ha infatti dichiarato di aver avuto la necessità di aumentare il numero di addetti e collaboratori, soprattutto nel Nord Est e nel Sud.

“Tutti gli indicatori – spiega Vittorio Messina, presidente Assoturismo Confesercenti – confermano che il turismo in Italia sta vivendo un momento favorevole: da una parte per l’indiscutibile interesse che la nostra offerta esercita sui mercati internazionali, dall’altra perché continuiamo ad essere agevolati dalle diffuse tensioni geo-politiche che penalizzano la sponda Sud del Mediterraneo. Le previsioni restano positive anche per i prossimi anni, con prospettive di espansione nel medio termine: considerando il valore aggiunto che il turismo già genera per tutta l’economia, è evidente che sia sempre di più il settore su cui puntare per confermare la ripresa dell’Italia”.

Durante l’estate si è registrato un ritorno alla crescita della domanda italiana, che con 24 milioni di arrivi (+2,4%) e 112 milioni di presenze (+2,2%) sembra per la prima volta segnare una netta ripresa dopo anni di difficoltà. Ma a trainare l’estate del boom è stata soprattutto l’impennata di arrivi di turisti dall’estero: nel corso del trimestre estivo si stimano 23,7 milioni di arrivi internazionali (+5,8% sul 2016), per un totale di 95,5 milioni di pernottamenti (+5,5%).

Rispetto all’estate 2016 si registra una forte crescita dei flussi stranieri, non solo nelle principali città d’arte e sulle aree costiere, ma in tutto il Paese. Nel trimestre la componente estera ha rappresentato il 46% del mercato turistico. Tra i mercati in sensibile aumento si segnala soprattutto quello tedesco, seguito da quello svizzero, olandese, belga, francese e dei Paesi dell’Est. Solo in leggero aumento le provenienze dall’Austria, Spagna, Gran Bretagna, Cina e Brasile, mentre sostanzialmente stabili i mercati scandinavi, statunitensi, russi, canadesi e indiani.

Complessivamente, dai risultati dell’indagine emerge un trend di aumento per tutte le diverse tipologie di imprese ricettive. In particolare, nel trimestre estivo il comparto alberghiero ha segnato il +3,5% (+2,3% di italiani e +4,9% di stranieri). L’aumento registrato nelle strutture dell’extralberghiero è del +3,9% (+2,5% di italiani e +5,6% di stranieri).

Con riferimento alle macro aree regionali, il Nord Est segna il risultato migliore (+4,7%) grazie all’aumento considerevole della domanda straniera (+6,6%) e alla crescita di quella italiana (+2,8%). L’incremento delle presenze nel Nord Ovest è stimato al +3,9% (+5,6 gli stranieri e +2% gli italiani). +4% di pernottamenti nelle aree del Sud e delle Isole, con il +5,7% di stranieri e +3,3% di italiani. Andamenti differenziati sono stati registrati nelle regioni del Centro Italia (+1,2%), dove continuano le difficoltà per molte aree dell’Abruzzo, dell’Umbria e del Lazio.

Considerando le prenotazioni già pervenute, le previsioni per il mese di settembre da parte degli operatori risultano più prudenti, tuttavia sempre orientate verso un ulteriore incremento delle presenze. Sensazioni positive sono state espresse dal 22,2% degli operatori, contro il 21,3% di indicazioni negative e il 44,6% di stabilità; l’11,9% non ha risposto o non è stato in grado di fornire una valutazione. La domanda è stimata in crescita in tutte le aree, con la sola eccezione del Nord Est (-0,2%). Le previsioni sono positive sia per le strutture alberghiere (+1,2%) sia per quelle complementari (+0,6%). I prodotti attesi in crescita riguardano soprattutto le località d’arte, lacuali e soprattutto di “altro interesse”, al contrario si prevede un ulteriore calo per le località montane e ancora una volta per quelle termali.

 

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