Un’eventuale proposta di revisione dell’imposta di soggiorno è stata al centro dell’incontro che si è svolto nella sede del ministero del Turismo, tra la ministra Daniela Santanchè, il viceministro Maurizio Leo e le associazioni di categoria.
Santanchè ha ”ricordato l’importanza del confronto alla base di ogni iniziativa del ministero che ha proposto una tassa di soggiorno che sarà a persona e di scopo, ovvero i soldi verranno restituiti al turismo”.
“Rivedere lo scopo dell’imposta, dovrà portare benefici al settore del Turismo evitando di dirottare queste risorse ad altri scopi” ha dichiarato il viceministro all’Economia Maurizio Leo che ha precisato “per l’albergatore nulla cambierà. Sarà il turista a pagare l’imposta e l’albergatore non sarà soggetto passivo dell’imposta, tantomeno sostituto d’imposta”.
“Non si tratta di aumenti – ha sottolineato Santanchè – come si è detto in queste settimane, ma di andare a delineare meglio una tassa che può aiutarci a vincere la grande sfida del miglioramento della qualità del comparto”. Le discussioni proseguiranno oggi quando la ministra Santanchè, insieme al viceministro Leo, incontrerà il presidente f.f. ANCI Roberto Pella.
“Sulla riforma dell’imposta di soggiorno siamo aperti al confronto. Non siamo, però, d’accordo con l’attuale impianto della proposta di modifica: il calcolo sulla base delle fasce di prezzo predeterminate rischia di far schizzare l’imposta a livelli insostenibili e fuori mercato
rispetto al valore della camera. Bisogna invece assolutamente evitare incrementi: inciderebbero pesantemente sulla domanda turistica, in particolare quella interna, estremamente sensibile in questa fase alle sollecitazioni dei prezzi”,ha commentato Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti.
Per Messina, “la soluzione di buon senso sarebbe quella di calcolare l’imposta di soggiorno in percentuale sul prezzo effettivo cui è venduta la camera, con indicazione di un tetto massimo del 5% dell’importo stesso e comunque non eccedente il limite di 10 euro a notte. Una revisione in tale senso dell’imposta favorirebbe inoltre i controlli delle amministrazioni e del fisco”.