giovedì, 19 Dicembre 2024

Mobilitazione isole minori contro rincari collegamenti via mare

I sindaci delle isole minori della Sicilia hanno chiesto interventi immediati al ministro dei Trasporti e all’assessore regionale per bloccare gli aumenti del 20% sui biglietti per i collegamenti con navi e aliscafi, ripristinando le condizioni e degli assetti previsti dalla convenzione che regola i collegamenti marittimi.

La nota è firmata dai sindaci Francesco Forgione (Favignana – Isole Egadi) Filippo Mannino (Lampedusa e Linosa), Giacomo Montecristo (Leni), Riccardo Gullo (Lipari), Clara Rametta (Malfa), Vincenzo Campo (Pantelleria), Domenico Arabia (Santa Marina Salina), Salvatore Militello (Ustica).

“La Siremar – Società di navigazione siciliana, ha comunicato che dal 22 giugno il costo dei biglietti per le tratte di interesse statale, sia per i collegamenti veloci che per i collegamenti a mezzo nave, subiranno aumenti fino al 20% – si legge nella nota – Questo nonostante i precedenti appelli, rimasti pressoché inascoltati. I sindaci delle isole minori della Sicilia esprimono la propria contrarietà e grande disappunto per una scelta che, se confermata, arrecherà danni economici incalcolabili, soprattutto all’avvio della stagione turistica, i cui timidi segnali di ripresa per l’anno in corso fanno ben sperare per le già fragili economie locali”.

Un tema quello dei rincari sollevato da tempo. “L’impianto dei collegamenti marittimi di interesse statale – aggiungono i sindaci – dovrebbe essere quello fondamentale, atto a garantire prioritariamente la continuità territoriale con i territori delle Isole e permettere quindi un corretto sviluppo sociale ed economico. Da oggi invece, tale impianto di itinerari e orari, difeso negli anni dai territori proprio perché garanzia, diventerà quello che arrecherà maggiori danni e ingiustizie alle Comunità delle nostre Isole, caratterizzato da costi maggiori per tratte e itinerari identici rispetto ai collegamenti di interesse regionale. Ancora una volta le Comunità isolane dovranno pagare un alto costo per decisioni e conseguenze di cui non hanno colpe, nonostante il Parlamento Italiano abbia deciso di riconoscere di recente la peculiarità e specificità dei nostri territori”.

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