venerdì, 22 Novembre 2024

Federalberghi: il turismo dà lavoro e sostiene Made in Italy

“Quando si parla di Made in Italy, si pensa spesso all’esportazione. Anche noi esportiamo il Made in Italy ma lo facciamo in modo diverso. Non vendiamo beni all’estero ma attraverso i clienti stranieri che soggiornano presso di noi”. Lo dice il direttore di Federalberghi Alessandro
Nucara durante l’audizione alla Commissione Attività produttive, in merito all’indagine conoscitiva sul Made in Italy, la valorizzazione e lo sviluppo dell’impresa italiana nei suoi diversi ambiti produttivi.

Federalberghi sottolinea che prima della pandemia il contributo offerto dal settore dei viaggi e del turismo al prodotto interno lordo italiano era di circa 269,8 miliardi di dollari, pari al 13,1% del pil. “La spesa totale degli stranieri nel nostro Paese – ricorda Nucara – è stata pari nel 2019 a 44,3 miliardi di euro. Gli esercizi ricettivi italiani ospitano ogni anno più di 430 milioni di pernottamenti. Il settore offre lavoro a 1,8
milioni di persone, di cui circa 1,3 milioni di lavoratori dipendenti”. Gli esercizi ricettivi italiani ospitano ogni anno più di 430 milioni di pernottamenti. Il settore offre lavoro a 1,8 milioni di persone, di cui circa 1,3 milioni di lavoratori dipendenti. “Il turismo – dice Nucara – lavora per l’Italia, il turismo dà lavoro all’Italia. E, se sapremo assecondarne lo sviluppo, ne potrà dare sempre di più”.

Nucara spiega che Federalberghi ha predisposto e inviato alla Commissione un documento molto articolato che propone più di 100
misure su questo argomento ma nell’audizione ha scelto di concentrarsi su 4 punti. “Il primo – spiega – è la riqualificazione dell’offerta: l’offerta turistico ricettiva italiana ha registrato, negli ultimi trent’anni, un costante miglioramento: è cresciuta la dimensione media degli alberghi, è aumentato il numero di strutture appartenenti alle categorie medio alte. Il Pnrr ha destinato importanti risorse ma non sono sufficienti perché il mercato pullula di competitor agguerriti, spesso favoriti da una struttura dei costi notevolmente più snella. Chiediamo quindi – dice – un sostegno agli investimenti che potrebbe avvenire con un sistema autofinanziato dal settore e in particolare facendo leva su quelle che sono le risorse dell’imposta di soggiorno che in parte dovrebbe essere destinate a questa finalità”.

Il secondo punto è un mercato ordinato. “In questo momento – ricorda Nucara – il panorama italiano è inquinato da centinaia di strutture abusive grazie all’assenza di controlli e all’assenza di regole. E’ una concorrenza sleale che danneggia sia le strutture ricettive tradizionali come gli alberghi ma anche le imprese che svolgono la ricettività adottando formule nuove ma nel rispetto delle regole. Ribadiamo che serve “stesso mercato con stesse regole”. C’è posto per tutti, il mercato è in crescita ma ci deve essere posto solo per chi le regole le rispetta. Chiediamo di adottare per l’Italia la soluzione di Venezia che permette ai sindaci di controllare le imprese”.

Il terzo punto è l’energia. “La situazione – spiega – sta migliorando fortunatamente ma siamo ancora sopra i livelli del 2022 sia per le luce che per il gas. Bisogna dare la possibilità di mettere sistema alternativi, penso al fotovoltaico ma ce ne sono anche altri. All’interno dei centri storici è molto molto difficile dotarsene”.

Ultimo punto il turismo balneare e in particolare il fatto di assicurare la sopravvivenza delle imprese che operano sulle aree demaniali. “La grande incertezza che aleggia sul rinnovo delle concessioni, di per sé fonte di grandi problemi, assume una dimensione ancor più gravosa quando l’attività svolta su suolo demaniale è strettamente connessa con un’altra attività d’impresa, come accade per le spiagge destinate ad accogliere i clienti delle strutture ricettive” spiega. Quindi Federalberghi chiede “una tutela rafforzata per questi casi” e di tener conto delle esigenze delle aziende che gestiscono una pluralità di strutture (per le quali è necessaria una spiaggia per ogni albergo o campeggio) e le aziende di più grandi dimensioni (che necessitano di spiagge di dimensioni adeguate alla capacità ricettiva).

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