venerdì, 22 Novembre 2024

Mitur a Confedilizia: riforma affitti brevi non criminalizza ma regola

“La proposta di legge in tema di affitti brevi ha come obiettivo quello di regolamentare il fenomeno e non di criminalizzarlo, come ha sempre affermato il ministro del Turismo Daniela Santanchè”. Lo rileva il ministero del Turismo in riferimento alla nota emessa dal presidente di
Confedilizia secondo cui  il ministro non ha ancora spiegato perché voglia limitare gli affitti brevi, visto che ha pubblicamente smentito le due motivazioni indicate nel disegno di legge predisposto in materia dal suo ministero: l’esistenza del fenomeno del cosiddetto overtourism e il fatto che gli affitti brevi avrebbero causato lo spopolamento dei centri storici”.
Come secondo punto “c’è già una legge, di dubbia costituzionalità, che impone di diventare imprenditore a chi destina alla locazione breve più di 4 case. Legge che comunque non tocca i property manager anche quando gestissero 100 case di 100 proprietari diversi. Davvero si vuole insistere su questa strada palesemente sbagliata?” si chiede Confedilizia. Come terzo punto il presidente Giorgio Spaziani Testa nota che “qualora fosse approvata la bozza del Ministero, anche con le modifiche di cui il ministro ha parlato con gli albergatori, sarebbero limitate le locazioni brevi ma proseguirebbero indisturbate altre forme di ospitalità in appartamento quali affittacamere, bed and breakfast e case vacanza. Qual è la logica?”.

 

Eppure, ribadisce il ministero, anche nel suo recente intervento in occasione dell’Assemblea di Confagricultura, il ministro Santanchè ha rimarcato lo spirito che anima la proposta di legge: “sugli affitti brevi c’è il far west, perché non c’è una norma precisa, quindi nella nostra proposta c’è innanzitutto il codice unico identificativo (CIN) perché ora ogni Regione ha il proprio codice identificativo e questo crea problemi. Vogliamo, invece, un codice identificativo nazionale. Ci tengo a sottolineare, visto che c’è stata una criminalizzazione delle famiglie che affittano le loro case, che lo fanno perché c’è una domanda. Se avessimo più alberghi anche questo fenomeno sarebbe diverso. C’è chi dice che lo spopolamento dei centri è dovuto agli affitti brevi: non credo sia così, perché è un problema di cui parliamo da venti anni, sono altre le motivazioni. Non sono per criminalizzare nessuno, ma per regolamentare. E mi auguro, come avevo promesso, che entro la fine di luglio la
nostra proposta, che abbiamo adesso fatto circolare agli assessori del turismo e sindaci delle città metropolitane, abbia il suo iter parlamentare. Noi agiamo sulla tassazione: chi ha fino a due case, avrà la cedolare secca, mentre da tre case in su si deve adeguare al mercato imprenditoriale”.

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