A Moyseion la colazione diventa un rito con l’Akràtisma


A Moyseion, l’hotel-museo che ha già ridefinito il concetto di ospitalità nei Sassi di Matera, anche la colazione diventa un atto di ricerca e narrazione. Con il progetto Akràtisma, lo storico primo pasto della giornata nella Magna Grecia, la chef e ricercatrice Nadia Christina Tappen ha portato a tavola un rituale dimenticato, frutto di uno studio interdisciplinare che ha coinvolto storici, archeologi, etnobotanici e antropologi.

Il punto di partenza è stato il mondo della Magna Grecia, culla di una vera e propria rivoluzione gastronomica avviata a partire dall’VIII secolo a.C., quando il cibo smise di essere solo nutrimento o offerta sacra, per diventare arte culinaria. Non si trattava solo di ricette, ma di un nuovo modo di vivere la tavola.

Per dare forma al progetto, Tappen si è confrontata con figure di rilievo come: il professor Dimitris Roubis,
archeologo, Maria Teresa (Silvana) Iannelli, archeologa che ha guidato scavi fondamentali in Calabria, l’antropologo alimentare Vito Teti, autore di testi di riferimento sulla cultura gastronomica del Sud, e l’etnobotanico Carmine Lupia, che ha validato la presenza di specifici ingredienti in uso all’epoca. A completare questo percorso, il dialogo continuo con il team culturale di Moyseion e l’organizzazione di un simposio interdisciplinare sull’alimentazione nella Magna Grecia hanno permesso di consolidare un approccio unico, capace di intrecciare sapori diversi e restituirli sotto forma di esperienza contemporanea.

La sala colazione di Moyseion ospita fedeli riproduzioni di vasi antichi: su uno di essi compaiono due figure che reggono un vassoio colmo di cibi, tra cui un dolce a forma di piramide. Dalle fonti, Tappen ha identificato quel dolce come la Pyramis, di cui ha proposto una personale reinterpretazione. Accanto a questo, l’ospite trova altre preparazioni: il Gastris con miele e sesamo già descritto nei Deipnosofisti da Ateneo di Naucrati, e la Melitoutta con farina, yogurt e miele e cannella.

Nella sua ricerca, Tappen ha anche esplorato territori come la Bovesìa in Calabria, dove sopravvivono comunità ellenofone e ricette di origine magnogreca come la Lestopitta (pane fritto simile a una pita). Un parallelismo che conferma quanto la tradizione greca sia rimasta radicata nel Meridione.

L’Akràtisma al Moyseion non è solo un insieme di pietanze: è rito e rappresentazione. La tavola si arricchisce di una presentazione scenografica, accompagnata da musica, suggestioni e atmosfere che amplificano il valore del cibo come narrazione. Con questo progetto, il Moyseion dimostra che l’ospitalità può essere strumento di ricerca e valorizzazione culturale, e che anche la colazione diventa una chiave per raccontare l’Italia in modo diverso dai cliché. Non solo cappuccino e cornetto, ma una ritualità antica che oggi parla al mondo con forza nuova.

L’Akràtisma del Moyseion non vive isolato: si intreccia armoniosamente con gli altri rituali che compongono l’esperienza dell’hotel-museo. Il Santuario delle Acque, con le sue immersioni ispirate ai culti antichi, e il simposio serale, pensato come un incontro esperienziale e non come semplice momento conviviale, si uniscono alla colazione in un continuum che ridefinisce radicalmente il concetto di ospitalità. Qui ogni gesto – nutrirsi, purificarsi, condividere – diventa parte di una narrazione culturale che richiama la vitalità della Magna Grecia, superando la logica del museo tradizionale, statico e silenzioso. A Moyseion l’ospite non osserva soltanto: vive, partecipa, si lascia sorprendere da un’ospitalità che è insieme ricerca, memoria e rito.

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