A Matera festa della Bruna nel solco della tradizione
02 Luglio 2025, 11:20
Con la Messa all’alba su piazza Duomo e la processione detta dei ”Pastori”, sono cominciate a Matera le celebrazioni per la 636^ edizione della festa in onore della Patrona Maria Santissima della Bruna. E il giorno più lungo per i materani, e per tanti turisti – nella città dei Sassi sono attese decine di migliaia di persone – si concluderà dopo la mezzanotte con uno spettacolo di fuochi pirotecnici sulla Murgia.
Un lungo fiume di gente (come facevano un tempo i pastori nei rioni Sassi prima di recarsi in campagna o negli ovili) ha quindi accompagnato all’interno dei quartieri l’effige policroma della Patrona dipinta su rame, tra preghiere, canti, la presenza di figuranti vestiti da pastori con il seguito di asini, pecore e capre, l’incedere dei giovani che hanno indossato magliette con frasi e immagini della festa e il fragore dei fuochi pirotecnici.
La processione, conclusasi al Santuario di San Francesco da Paola nel centro cittadino, ha lasciato il posto al raduno dei cavalieri a cavallo della Bruna e al rito della vestizione del generale del Corpo, Angelo Raffaele Tataranni, presso la chiesa del Carmine a Palazzo Lanfranchi e da qui – con squilli di tromba – in Cattedrale per un solenne pontificale. A conclusione intorno a mezzogiorno, il trasferimento in processione – su una carrozza – della Madonna con il Bambinello al rione Piccianello per la precessione serale, con il carro trionfale.
La Patrona quest’anno si è presentata alla comunità locale con un nuovo abito, opera dello stilista lucano Michele Miglionico, e con una nuova corona in oro realizzata con il contributo dell’orafo materano Francesco Iacovone. In serata, la Bruna, collocata sul carro trionfale in cartapesta, ispirato al tema evangelico “Mio Signore e mio Dio, tu mia speranza ” e realizzato dall’artista materana Francesca Cascione, percorrerà sotto le luminarie e scortata da 80 cavaliere in costume, l’itinerario che la ricondurrà in Cattedrale. Lo farà subito dopo i tradizionali ”tre giri” in piazza Duomo, che segnano il possesso e lo stretto rapporto con la comunità locale.
Subito dopo il carro trionfale, trainato da quattro coppie di muli e scortato da cavalieri e difensori, raggiungerà piazza Vittorio Veneto per l’assalto e lo ‘strazzo’. E’ l’epilogo di un rito, tra sacro e profano, nell’anno del Giubileo, che porta alla distruzione del manufatto da parte del popolo, quale segno beneagurante per l’anno che verrà.
(photo credits @Ansa)