“Distretto turistico? Che cosa è e che bisogno c’era?”. A chiederlo Sergio Gargiulo, presidente di Federalberghi Isola di Capri, in merito all’istituzione dei nuovi uffici per la promozione e la valorizzazione del territorio regionale che vede Capri fra le 24 sedi individuate dalla Regione Campania.
“Trovo quantomeno curioso che la Regione abbia proceduto all’istituzione di questo nuovo ufficio senza aver ascoltato prima le imprese e le associazioni che le rappresentano – dice Gargiulo – Almeno per il Distretto turistico di Capri non mi risulta nessuna convocazione indirizzata a Federalberghi così come all’Ascom e le altre associazioni. E vista la natura del distretto turistico, mi sembra incredibile che proprio gli operatori turistici ed economici siano stati tenuti all’oscuro delle politiche decisionali sulla loro istituzione e sull’individuazione dei soggetti chiamati ad occuparsene. Senza tacere il fatto che – fa notare – almeno per quanto riguarda Capri, nulla si sa anche sulla localizzazione fisica di questa nuova entità che per ora resta tale appunto, quasi una entità spiritica che non si vede e dove nessuno può essere indirizzato in caso di necessità.
Ho letto di norme che consentirebbero ai Distretti di fare la Pianificazione Strategica mettendo insieme pubblico e imprenditori e di Distretti a burocrazia zero che possano realmente far decollare progetti per uno sviluppo turistico all’insegna della qualità dei territori, andando a coprire tutti i segmenti del turismo da quello culturale a quello enogastronomico, dal turismo verde a quello balneare che ci vede tra le regioni preferite da milioni di turisti italiani e stranieri. Per far questo, con quali imprenditori si sono consultati? Con quelli del turismo sicuramente no, poiché a Capri, dove si vive di turismo, non se ne sa niente e quindi ci chiediamo anche quale ruolo reciteranno in questo quadro proprio gli imprenditori turistici: saranno gli attori protagonisti o saranno soggetti attuatori di politiche decise altrove?
Siamo passati negli anni dalle Pro Loco alle Aziende di Promozione Turistica, e da queste ora ai Distretti Turistici. Cosa cambia? Non sarebbe stato meglio lasciare le cose come stavano e studiare una riorganizzazione delle politiche di promozione all’interno delle entità già esistenti? O servono nuove poltrone da distribuire?”, conclude Gargiulo.