venerdì, 19 Aprile 2024

Alla Bmta immersione nella storia con ArcheoVirtual

Nel corso della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, svoltasi a Paestum dal 29 ottobre all’1 novembre, si è svolto il Focus su ‘ArcheoVirtual’, mostra di Archeologia Virtuale. 

ArcheoVirtual quest’anno offre la possibilità di attraversare una città fortificata nella Spagna del II secolo a.C., visitare il Foro di Augusto nello splendore della Roma imperiale, percorrere il Labirinto di Versailles scoprendo i sontuosi giardini del ‘600 e del ‘700 e osservare in 3 dimensioni oggetti, pezzi d’arte e antiquariato della Reggia francese ai tempi di Luigi XIV.

“Si va all’interno di siti archeologici e monumenti grazie alla novità dei visualizzatori di realtà virtuale – spiega Sofia Pescarin, direttrice della mostra e ricercatrice del Virtual Heritage Lab del Cnr Itabc – Differenti tipologie di visioni, una esperienza unica”.

Indossando l’apposita mascherina collegata a uno smartphone il visitatore può spostarsi a suo piacimento tra le vie, i cortili e le abitazioni dell’abitato indigeno un villaggio fortificato di Numancia, nella Spagna del II secolo a.C.. L’applicazione sfrutta il sistema di realtà virtuale Samsung Gear ed è prodotta da El Ranchito. Un bel salto temporale per andare al Labirinto di Versailles nel periodo tra il 1665 e il 1675 e a condurre all’interno della ricostruzione dei giardini della Reggia è l’Oculus Rift.

Da questa elaborazione, a cura dell’Università del Massachusetts, ci si sposta parecchi secoli dietro, nell’Antica Roma, quella della prima età imperiale, entrando nel Foro di Augusto. A condurre il visitatore virtuale è sempre Oculus Rift nella realizzazione del Laboratorio di Virtual Heritage del Cnr Itabc. L’ultimo atto di questa “esperienza completa e sensoriale”, come la descrive la stessa direttrice Pescarin, è un tuffo tra gli oggetti d’arte e di vita quotidiana provenienti dal Petit Trianon della Reggia di Versailles osservati in tre dimensioni grazie al progetto Kivi  realizzato dal Cnrs francese.  

“Il Virtual Heritage dovrebbe essere un marchio italiano – ha  rimarcato Sofia Pescarin –  sin dagli anni ’80 le prime sperimentazioni in questo campo vengono dal nostro Paese. Sulla scena internazionale ci confrontiamo con la tecnologia dei tedeschi e la capacità applicativa degli americani, ma la nostra abilità a costruire un’unica applicazione che coniuga design, narrazione, cultura e tecnologia è la più forte.  In Europa c’è un mercato di riferimento importante – ha proseguito – come emerso da una nostra ricerca nelle rete di eccellenza dei musei, da cui si evince che l’89% tra gli sviluppatori hanno intenzione di aggiungere un’applicazione tecnologica all’interno dei propri siti.

Per noi Archevirtual è un osservatorio fondamentale, anche per testare le reazioni del pubblico alle applicazioni. Quest’anno abbiamo proposto in mostra le applicazioni della realtà immersiva e due sono i commenti più diffusi che ci ha lasciato il pubblico della Borsa: la loro grande utilità per chi ha problemi di disabilità e per i TO di poter offrire una preview della destinazione turistica che offrono”.    

www.bmta.it

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