Continuano gli atti di omofobia nelle località turistiche italiane, dopo i casi in Calabria e Puglia, adesso tocca alla Campania dove una giovane coppia gay è stata allontanata da un lido per un abrraccio.
“Eravamo in piscina come tutti gli altri: anziani, famiglie, adolescenti come noi e tantissime coppie. E mentre eravamo in acqua, come facevano altre coppie presenti, anche noi ci siamo abbracciati. Un abbraccio spontaneo. Ma siamo due uomini e non è stato gradito. Qualcuno ci ha additato e il bagnino si è avvicinato per dirci che nella struttura c’erano dei bambini”. È la denuncia di A.I. , casertano diciasettenne e attivista nel Gruppo Giovani di ‘Rain Arcigay Caserta’ onlus e il suo fidanzato che venerdì 4 agosto stavano godendosi il sole presso il ‘Lido Arcobalenò’.
“Il bagnino si è avvicinato e ci ci ha chiesto di essere più ‘composti’ – racconta il giovane casertano – Le sue parole ci hanno messo a disagio. Non siamo ‘disturbatori di bambini’. D’istinto abbiamo preferito uscire dalla piscina e allontanarci. Il bagnino nel vederci andare via ci è venuto incontro, spiegandoci che si sarebbe rivolto così anche ad una coppia eterosessuale: peccato che lì ce ne fossero decine intente a baciarsi e abbracciarsi e nessuna è stata importunata come è accaduto a noi”.
Immediata la replica di Bernardo Diana, presidente di Rain Arcigay Caserta: “mi sento profondamente sdegnato, perché questo è il terzo caso di omofobia da parte di esercizi del settore turistico, dopo quanto accaduto alla coppia gay che voleva prenotare una camera in Calabria, e si è vista rispondere che non si accettavano gay e animali, e il caso della villa in Salento che affermava la stessa cosa in un annuncio. Quarto caso, se si aggiunge quello razzista di Cervia. Chiediamo con forza un’estensione della legge Mancino contro le discriminazioni anche a quelle basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere”.
“Quando abbiamo saputo che questa notizia circolava sui social siamo caduti dalle nuvole e abbiamo chiesto spiegazioni al nostro dipendente – dicono i proprietari del lido – Ci ha raccontato che erano stati altri bagnanti a chiedergli di intervenire affinché quei due ragazzi si limitassero nelle loro effusioni. Ai due giovani è stato richiesto lo stesso composto e rispettoso atteggiamento che negli anni abbiamo adottato con coppie etero che si erano dimostrate particolarmente espansive e calorose all’interno della nostra struttura – chiariscono – Nessuno è stato cacciato. Abbiamo applicato le regole di buon costume che valgono per tutti, a prescindere dal loro orientamento sessuale, che noi rispettiamo nella sua totalità. Non c’è stata alcuna discriminazione, nessun modo sgarbato, nessun caso di omofobia o razzismo. Ma soltanto il richiamo da parte del nostro dipendente ad un comportamento adeguato da tenere in un luogo pubblico”.