Ancora crolli a Pompei, il terzo in pochi giorni. Stavolta a crollare è stata la parete di contenimento alta 2 m in un'area non scavata di via Nola. Non si tratta di un grave danno da un punto di vista del valore archeologico, ma pGrete Stefani, direttore degli scavi, si tratta di “un campanello d'allarme”.
Oggi Dario Franceschini, neo ministro di beni culturali e turismo, presiederà un vertice a Roma per fare il punto sulla situazione. “Una riunione operativa per affrontare questa emergenza che purtroppo è continua”, dice il ministro.
Intanto Pasquale Sommese, assessore ai beni culturali della Campania, lancia un appello al Governo chiedendo interventi immediati. Sulla stessa linea sindacati, rappresentanti politici e istituzionali che incalzano il Mibact sull'urgenza di intervenire.
“Occorre un piano di interventi straordinario che metta in sicurezza l'intera area perché se questi terreni non hanno un drenaggio forte delle acque piovane è chiaro che Pompei è destinata a crollare per intero”', sostiene Giovanni Pugliesi, presidente della commissione nazionale italiana per l'Unesco. “Dopo l'ennesimo crollo di oggi, il terzo in tre giorni – ricorda Puglisi – non c'è più tempo da perdere, bisogna agire dal punto di vista geologico e geo-idrico. Il problema è ormai della permeabile situazione del sistema idrogeologico che praticamente non tiene più da un lato e non riesce a filtrare più nulla dall'altro, per cui l'acqua dove arriva si ferma e di conseguenza quando il sistema idrogeologico è saturo viene giù: l'unica cosa da fare è un intervento straordinario ma su tutta l'area di Pompei, non solo dal punto di vista archeologico ma anche dal punto di vista idrogeologico, questo è il vero nodo”.