“A Pompei seconda mattina di assemblea e ancora turisti davanti ai cancelli chiusi. Un danno incalcolabile per l’immagine dell’Italia intera”: così il ministro per i Beni culturali e il Turismo Dario Franceschini esprime su Twitter la sua protesta contro il blocco degli ingressi agli scavi causati dalle agitazioni sindacali.
Oltre 1.100, infatti, i turisti che oggi dalle 8.30 alle 11, sono rimasti in attesa di poter entrare all’interno degli Scavi di Pompei. Nella giornata di ieri i turisti sono stati 2000.
I rappresentanti di Uil, Flp, Unsa e l’Rsu, che proseguiranno nella protesta anche domani, dalle 8 alle 11, hanno chiesto un incontro con il ministro Franceschini, lamentando la cattiva organizzazione soprattutto dei turni di vigilanza degli Scavi. Sotto contestazione, tra l’altro, le recenti assunzioni che non avrebbero risolto la carenza del personale.
Per il soprintendente Massimo Osanna sono “pretestuose” le assemblee organizzate a Pompei dal personale di custodia. Osanna si dice comunque “disponibile e pronto ad anticipare l’incontro già fissato per il 19 novembre con i sindacati” per la contrattazione relativa alle nuove linee guida per la sicurezza e la vigilanza”.
“Tra i punti della protesta – spiega all’ANSA il soprintendente raccontando di essere andato di persona questa mattina a scusarsi con i turisti rimasti in fila fuori dai cancelli chiusi degli scavi – ci sarebbe la necessità di riorganizzare i turni di vigilanza”.
Nell’elenco dei motivi di disagio, riporta sempre il soprintendente, anche i tempi di ristrutturazione dei nuovi uffici (“Il bando è pronto, partirà a brevissimo, dopodiché ci
sono i tempi tecnici necessari per un progetto da 11 milioni di euro”) e la mancata ristrutturazione dei posti di guardiania (“c’è una gara già in corso e abbiamo disposto una gara
d’urgenza per le situazioni più critiche”).