giovedì, 19 Dicembre 2024

Il nuovo Museo del mare racconta Trieste

Trieste e il suo rapporto con il mare tra passione, business a matrice austroungarica, sport. E’ la linea del nuovo Civico Museo del Mare, trasferito dagli stretti spazi, in centro, a quelli più ampi e suggestivi del Magazzino 26, tra i vecchi docks in Porto Vecchio. Chiuso in Campo Marzio il 1 aprile 2019, ha riaperto qui il museo 4 ottobre: 2.000 mq a disposizione. Area che presto, secondo un progetto che procede, diventerà di 17mila una volta rimosso un muro ed essersi unito all’ adiacente altro museo per dar vita a un gran museo scientifico.

Il porto di oggi segue (con qualche parentesi di calo) gli sfarzi e i traffici internazionali che ebbe con gli austriaci, quando era il solo scalo dell’Impero. Sud-Est asiatico, Giappone, Americhe, da Trieste si partiva per ogni destinazione del globo, per commercio e, all’industrializzazione del turismo, per piacere. Intorno a queste attività sorse una gamma di lavori, molti dei quali accumularono ingenti fortune. Non solo armatori e cantieristica ma anche assicuratori, i Lloyd, noleggiatori e tipografi, società di stivaggio, di rimorchiatori. Oltre alla pesca, alla crocieristica e il militare.

Bene, tutto questo mondo è categorizzato in varie sezioni che comincia dall’archetipo della navigazione, una canoa a monossile
(un tronco scavato), per diramarsi in una ampia biblioteca, in video in più lingue che spiegano lo sviluppo della navigazione,
numerosi plastici, anche barimetrici, diorami, un piccolobatiscafo.

Dunque, tra libri antichi, zone a vista dove il pubblico può osservare personale preparare una mostra, laboratori per ragazzi, foto d’epoca risaltano i modellini di navi, dalle triremi, dai velieri alle navi a motore, fino a cargo, piroscafi, transatlantici. C’è quello della pirofregata “Novara”, del 1861 che riportò la salma di Massimiliano e che fece il giro del mondo in tre anni per ricerca, e ci sono gli arredi della Elettra di Guglielmo Marconi, e la prima elica inventata da Josef Ressel, tra bussole azimutale, a secco, di rotta, a liquido. E la pesca: plastici delle reti distese sott’ acqua dai pescatori di Trieste, del Carso, di Muggia, del Quarnero, d’Istria.

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