“Una grande sfida e un segnale importante che dovrebbe servire da esempio per tutto il Paese”, ha detto Dario Franceschini, ministro di beni culturali e turismo, inaugurando l’esposizione all’Università di Roma Tor Vergata del ‘Museo di Archeologia per Roma – ‘Dal Centro Storico alla Città Storica’. Il museo, voluto, ideato e curato da Andreina Ricci, sorge lontano dai luoghi che abitualmente vengono associati all’archeologia di Roma.
“È un lavoro che spiega il motivo per cui investire sull’archeologia – ha sottolineato Franceschini – ma non facendolo in uno dei siti conosciuti in tutto il mondo, bensì nelle periferie urbane. Qui è illustrato il sistema per riscoprire e valorizzare quello straordinario patrimonio di storia e di cultura che c’è in tutte le periferie del Paese”.
Il museo di Tor Vergata punta a rendere comprensibili resti e rovine che, a Roma, sono distribuiti un po’ ovunque fuori dal centro storico, e poggia sulla convinzione che è necessario ricomporre l’impropria separazione tra ‘centro’ e ‘periferia’ e restituire a tutta la città importanti frammenti di storia che i più estremi margini urbani conservano e possono raccontare.
“L’idea è far leva sulla cultura e sui beni culturali per portare uno dei patrimoni più grandi del Paese nelle zone più disagiate – ha aggiunto Giuseppe Novelli, rettore dell’ateneo – è per questo che abbiamo lanciato il ‘Progetto Tor Vergata-Terza missione’, che per i prossimi 3 anni porterà l’università ad uscire dalle mura dell’ateneo per incontrare la gente, le imprese e le scuole”.
“È un piccolo museo, ma ha dietro di sé una grande idea – aggiunge Salvatore Settis, archeologo e storico dell’arte, già direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa – Riscattare le periferie dalla loro perpetua marginalità e riportarle al centro dell’attenzione del nostro tempo. Le periferie vanno salvaguardate e migliorate, ma questo miglioramento deve partire dal recuperare la memoria storica del luogo. L’archeologia è una chiave per farlo e questo museo di Tor Vergata credo sia il primo vero esperimento in questo senso”.