Colosseo di nuovo chiuso. Dopo le quattro ore di giovedì scorso, quando a protestare erano state tutte le sigle sindacali, anche ieri mattina, domenica 23 giugno, l'entrata dell'anfiteatro Flavio per due ore è rimasta sbarrata, stavolta per la protesta di una sola sigla sindacale, la Flp. Una mobilitazione nata per "la carenza di personale e tagli ai salari" lamentati dai dipendenti. Una vicenda sulla quale in serata è intervenuto anche il ministro per i Beni Culturali ed il turismo, Massimo Bray. "Non può più accadere che i nostri beni culturali siano chiusi così come non deve succedere che non si riconoscano ai lavoratori i loro diritti". Una vertenza sulla quale il Mibac è al lavoro per una soluzione. "Il ministero è attivo affinché vengano predisposti gli atti con l'obiettivo di effettuare i pagamenti entro il mese di luglio", fanno sapere.
E ieri mattina era intervenuto anche il sindaco di Roma Ignazio Marino, che ha chiesto alla Protezione civile capitolina di portare bottigliette di acqua a chi aveva deciso di restare in attesa che il monumento fosse riaperto: "Chi visita Roma e vuole godere dell'immenso patrimonio di beni culturali ed archeologici che offre la città deve essere tutelato e poter sentire il supporto del Campidoglio", ha detto il sindaco.
A stigmatizzare quanto avvenuto è il presidente di Confcommerio e Federalberghi Roma, Giuseppe Roscioli: "Era già molto grave quanto successo giovedì scorso, ma la nuova chiusura del Colosseo avvenuta questa mattina rappresenta per il nostro Paese un danno d'immagine ancora peggiore e non più tollerabile: a nome di Roma e di tutta l'Italia chiediamo a questo punto con forza che intervenga subito il ministro del Turismo Bray".